L’utilizzo dei veicoli a guida autonoma sulle strade non è ancora consentito per legge e ad oggi non c’è, a livello internazionale, un quadro normativo omogeno sulla disciplina. Anche perché molti quesiti giuridici, connessi all’utilizzo dei veicoli guidati senza conducente, non hanno trovato ancora adeguata risposta, in particolare nel settore della responsabilità civile o penale in caso di eventi dannosi cagionati a terzi.
Mettiamo infatti il caso, ad esempio, che un’auto a guida autonoma stia accidentalmente per investire una persona che all’improvviso sbuca in strada. Cosa decide di fare l’algoritmo del mezzo? Salvare la vita del pedone o quella del conducente? Si tratta di un dilemma etico che, prima o poi, dovrà essere sciolto se non vogliamo che l’innovazione tecnologica ci si ritorca contro.
Un dilemma etico
A cercare di far chiarezza sull’argomento è la Law Commission del Regno Unito, che ha di recente presentato al governo inglese un rapporto che raccomanda l’introduzione di un regolamento per la guida autonoma dei veicoli, con l’obiettivo di dare una risposta alle profonde implicazioni legali determinate dalla diffusione in futuro dei veicoli senza conducente ed eliminare le «zone grigie» in materia assicurativa.
Nel rapporto citato i giudici hanno raccomandato al governo inglese di legiferare facendo una chiara distinzione tra funzionalità che aiutano solo i conducenti (per intenderci, gli ormai noti Adas) e quelle che presiedono alla guida autonoma. Viene suggerito poi di adottare un «nuovo schema di garanzia della sicurezza per fornire una supervisione regolamentare dei veicoli automatizzati durante il loro ciclo di vita», ma soprattutto di legiferare su «nuovi ruoli legali per gli utenti, i produttori e gli operatori di servizi, con la rimozione della responsabilità penale per la persona sul sedile del passeggero». In pratica i giudici ritengono che le persone a bordo dei mezzi automatizzati non dovrebbero essere responsabili di eventuali incidenti, in quanto non sono conducenti ma semplici passeggeri.
Profili di responsabilità
Altro suggerimento è quello di «ritenere i produttori e gli operatori di servizi penalmente responsabili per le false dichiarazioni o la mancata divulgazione di informazioni rilevanti per la sicurezza».
Sull’argomento si è espresso di recente Benjamin Hatton, analista assicurativo di Global Data, affermando che il «il quadro normativo suggerito dalle commissioni legali britanniche sarà un fattore chiave per la progressione dei veicoli autonomi» e che «definizioni chiare di responsabilità dovrebbero aiutare a spianare la strada per un maggiore sostegno e accettazione nello sviluppo dei veicoli a guida autonoma».
Hatton sottolinea come tutto ciò avrà importanti conseguenza per il mondo assicurativo. «Dichiarare esplicitamente dove ricade la responsabilità in caso di incidente è un grande punto critico. Ma il rapporto parla chiaro: ridefinendo il conducente come utente responsabile e assegnando la responsabilità al produttore, l’assicurazione dovrebbe diventare più semplice per i fornitori. L’introduzione di auto a guida completamente autonoma in futuro segnerà quindi un cambiamento nel modo in cui i rischi dell’assicurazione auto sono stabiliti, poiché l’errore del conducente è fondamentalmente rimosso».
Rivoluzione nell’assicurazione
Naturalmente, c’è ancora molta strada da fare per trasformare questi suggerimenti in legge. Il punto in cui la tecnologia di un veicolo passa dall’assistenza alla guida all’autonomia totale non è ancora esplicitamente definito. Né si è ancora realizzata la capacità dei produttori di creare veicoli completamente autonomi, per non parlare dello sviluppo delle infrastrutture che dovranno supportare tali veicoli.
«Prevediamo che i veicoli completamente autonomi (livello 5) inizieranno la produzione intorno al 2030, con circa 1 milione di veicoli di livello 5 prodotti nel 2036 – conclude Hatton – Man mano che la tecnologia continua a svilupparsi e che si generano più informazioni, si vedrà una tempistica più chiara sul roll-out dei veicoli veramente autonomi. Il processo è ancora nella sua relativa infanzia, ma gli assicuratori saranno lieti di vedere un percorso per i veicoli autonomi venire lentamente alla ribalta».