Ferrovie dello Stato si prepara ad affrontare il futuro. E a questo scopo, come si legge nel piano industriale 2017-2026 annunciato dall’AD Renato Mazzoncini, investirà ben 94 miliardi di euro per riuscire a raddoppiare il fatturato in dieci anni e a far lievitare i ricavi dai 9 miliardi attuali ai 17,6 del 2026, e per diventare un’azienda internazionale di mobilità integrata globale.
Il grosso degli investimenti (73 miliardi di euro) sarà destinato alle infrastrutture, 14 andranno al materiale rotabile e 7 allo sviluppo tecnologico L’azienda si apre all’intermodale globale, investendo, anche rispetto al trasporto persone, nella gomma e programmando l’acquisto di ben 3.000 bus. Nell’arco temporale pianificato FS si quoterà anche in borsa e vedrà lievitare i propri dipendenti dai 69.000 attuali a circa 100.000.
Molto ricco come detto il capitolo investimenti anche perché ci sono da realizzare le parti italiane di quattro corridoi TEN-T che attraversano il paese. E qui si parla di Terzo Valico, di Galleria di base del Brennero e della Torino-Lione. Ma in più c’è la Milano – Venezia AV/AC che a dicembre farà un passo in avanti con l’attivazione commerciale della tratta Treviglio – Brescia, ci sarà l’apertura dei cantieri della linea AV/AC Napoli – Bari e poi anche la velocizzazione della Adriatica, tra Bologna, Bari e Lecce (conclusione lavori nel 2018), con un risparmio complessivo di tempo di circa un’ora. Infine, sinergie con i principali porti italiani, i poli retroportuali e logistici; rafforzamento dei collegamenti fra la rete nazionale e i raccordi ferroviari dei principali stabilimenti produttivi presenti sul territorio.
L’ottimizzazione dei trasporti passa anche attraverso l’operazione ANAS, con la creazione cioè di un unico soggetto, e l’integrazione nella rete nazionale RFI (oltre 16.700 km) delle ex ferrovie concesse, più di 2.500 km di binari (su 3.500 totali) per ottenere maggiore capillarità del servizio ferroviario; maggiore efficienza, grazie a una gestione unica della rete ferroviaria nazionale; nuovi percorsi con riduzioni dei tempi di percorrenza e soprattutto maggiore sicurezza, garantita dagli elevati standard tecnologici adottati da Rete Ferroviaria Italiana.
Ma vediamo il capitolo che riguarda specificatamente le merci. Qui gli investimenti previsti sono di 1,5 miliardi (di cui 1,1 mld per il materiale rotabile, 300 mln per terminal e logistica e 100 per ICT), mentre i ricavi sono previsti in crescita dal miliardo attuale ai 2,1 nel 2026.
La mossa essenziale è di creare un polo unico della logistica, la nuova Mercitalia, che provvederà ad attuare l’opera di ristrutturazione delle attività cargo e di razionalizzazione dei vari operatori merci attivi nel Gruppo, per evitare sovrapposizioni e massimizzare l’efficienza. Mercitalia opererà attraverso tre società (al posto delle 10 attualmente esistenti) – Mercitalia Rail, Mercitalia Logistic e Mercitalia Terminal – e avrà 4.000 dipendenti.
Gli obiettivi sono un rafforzamento dell’intermodalità, l’espansione in segmenti di offerta ad alto valore aggiunto, per esempio il freight forwarding (spedizioni), e avrà come obiettivo di trattare le merci come se fossero viaggiatori, monitorandone e tracciandone il servizio di trasporto minuto per minuto. Infine, grazie alla creazione di un unico polo, i clienti potranno confrontarsi finalmente con un unico interlocutore aziendale, con conseguente risparmio di tempo e risorse.