Dei 516 progetti individuati, quasi la metà (247) sono stati catalogati di Livello 1, cioè di primaria importanza per lo sviluppo economico del Paese. 50 i progetti individuati come prioritari inseriti nel PNRR con un investimento complessivo di 85,5 miliardi di euro e 45 quelli che risultano affidati a un Commissario straordinario di governo. In generale, 40% delle priorità infrastrutturali individuate riguardano il Mezzogiorno, il 23% il Nord Ovest, il 19% il Centro Italia e, infine, il 18% il Nord Est, per una media complessiva di 12-15 infrastrutture urgenti in ogni regione.
Il sistema viario è il più coinvolto: il 44% delle priorità interessa questa via di transito, il 33% riguarda invece il sistema ferroviario, il 6% quello portuale, il 6% quello interportuale e il 5% quello aeroportuale. Il restante 6% è relativo al sistema idroviario, ciclabile e alla governance.
Per quanto riguarda la logistica, complessivamente l’analisi mostra che solamente 13 territori su 105 vantano una infrastrutturazione elevata. Le prime dieci posizioni sono monopolizzate dalle province del Nord Est, in particolare in Veneto ed Emilia-Romagna (dove di fatto si concentrano i principali nodi logistici). Nel Mezzogiorno emergono solo le province campane e l’area appulo-lucana, mentre il Salento, la Calabria, la Sardegna e la Sicilia Occidentale presentano livelli infrastrutturali logistici molto bassi.
I risultati provenienti dall’analisi condotta nell’arco di 15 mesi in oltre 94 Tavoli di lavoro e che ha coinvolto oltre 2mila stakeholder sono stati raccolti in 19 Libri Bianchi regionali che individuano le priorità infrastrutturali e i fabbisogni logistici del Paese, oltre a descrivere i contesti territoriali, i punti di forza e di debolezza delle infrastrutture a livello locale. «L’obiettivo dei Libri bianchi è quello di individuare le priorità per ogni regione mettendo le Camere di commercio e le Unioni regionali nelle condizioni di partecipare attivamente alla ripresa del Paese fornendo analisi, ipotesi di intervento e contributi operativi allo sviluppo delle Reti materiali e immateriali. Il nostro ruolo vuole essere di stimolo e raccordo, fornendo ai governi centrali e locali un contributo per una migliore strategia delle infrastrutture» ha spiegato Antonello Fontanili, Direttore Uniontrasporti.
Lo studio individua quindi anche quelle che sono le 10 infrastrutture più urgenti, oltre che le più onerose, dal momento che assorbono il 40% del valore totale. In testa l’Alta Velocità sulla Salerno-Reggio Calabria e Napoli-Bari per un totale di 25.910 milioni di euro, seguita dal completamento e la messa in sicurezza dell’A2 Autostrada del Mediterraneo (9.384 milioni) e, in terza posizione, la velocizzazione della linea ferroviaria Adriatica (8.700 milioni). Gli interventi individuati valgono complessivamente 200 miliardi di euro, poco più della metà (52%) per complessivi 104,5 miliardi di euro già finanziati in gran parte dal PNRR, dai fondi comunitari e da investimenti privati. Gli interventi relativi al sistema viario e ferroviario assorbono oltre il 90% del valore economico complessivo, mentre i nodi (porti, interporti e aeroporti) si fermano a 11,5 miliardi di euro (5%).