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Trieste verso la Germania: la piattaforma logistica concessa al porto di Amburgo e i collegamenti su ferro con Norimberga raddoppiati

Mentre HHLA PLT, societa facente capo al porto di Amburgo, acquisisce fino al 2052 la concessione della piattaforma logistica, il collegamento ferroviario con il terminal intermodale di Norimberga passa da una a due corse a settimana. Adesso velocizza gli spostamenti rapidi di merci in arrivo dalla Turchia verso Nord. Domani sarà utilizzato anche per i container provenienti dal Far East

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Trieste è sempre più vicina alla Germania. Nel giro di pochi giorni è stata assegnata ufficialmente al principale porto tedesco la piattaforma logistica e i collegamenti con il terminal intermodale di Norimberga, iniziati timidamente in autunno, sono già stati raddoppiati.

Rispetto alla concessione della piattaforma logistica, la società che ha preso la concessione è HHLA PLT ITALY, realtà facente capo al porto di Amburgo (Hamburger Hafen und Logistik, detto anche HHLA). La concessione, che ha durata trentennale, scadrà nel 2052 e riguarda una superficie di circa 120 mila metri quadrati inaugurata a fine 2020 ed operativa ormai da settimane.

L’attenzione del porto di Amburgo – il terzo per dimensione in Europa e leader soprattutto nel traffico container – verso il porto di Trieste la dice lunga sull’importanza strategica dello scalo giuliano, protagonista negli ultimi anni di investimenti rilevanti sia in progetti di sostenibilità ambientale sia nell’implementazione di progetti intermodali sempre più efficienti.

La HHLA aveva in tempi recenti acquisito il 50,01% della piattaforma logistica, la cui realizzazione era stata affidata alla società PLT, nel cui capitale sono presenti la casa di spedizioni Francesco Parisi, l’impresa di costruzioni ICOP e l’interporto di Bologna. Il rilascio della concessione è il risultato dell’Accordo Quadro siglato proprio in riferimento alla Piattaforma Logistica e dell’Accordo di Programma del 26 giugno 2020 finalizzato alla riconversione industriale dell’area confinante ferriera di Servola. Gli accordi presi, in sostanza, si incentrano sull’implementazione del Porto e alla possibilità di orientarne l’esposizione verso Sud una volta smantellato l’altoforno di Ferreira, così da far nascere in quella direzione un raccordo ferroviario in grado di accogliere treni completi da 750 metri oltre che un collegamento stradale diretto sulla viabilità della città.

E questo riferimento alla ferrovia serve anche per chiarire l’altra operazione di questi giorni, iniziata a dire lo scorso 5 novembre, quando, nel pieno di un contesto economico ancora funestato dalla pandemia, partiva il primo treno intermodale da Trieste per Norimberga, lungo un corridoio ferroviario di oltre 680 km al fine di garantire la connettività con importante aree industriali europee. A distanza di pochi mesi – e di 1.400 unità già movimentate – il collegamento tra il Terminal Samer Seaport del porto di Trieste e il terminal intermodale Tricon di Norimberga, gestito dal Gruppo Bayernhafen, raddoppia la frequenza di circolazione, passando da una a due corse per settimana.

A determinare la fortuna del servizio è stata, in particolare, la collaborazione consolidata tra Alpe Adria,  società impegnata nello sviluppo del trasporto intermodale sullo scalo giuliano,  e DFDS, gruppo danese leader del trasporto Ro-Ro. In più, a decretarne l’efficienza è stato anche il modello di produzione ferroviaria adottato, reso flessibile anche tramite la cooperazione con Merci Italia Rail. Prova ne sia che il servizio movimenta unità intermodali con merce time-sensitive nel senso che, dopo essere sbarcata a Trieste dalla Turchia, necessitano di arrivare a destino in tempi ristretti. E lo stesso corridoio un domani sarà sfruttato anche per container che giungono a Trieste dal Far East.

«Il nostro sistema logistico – afferma Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale – è in grado di rispondere alla domanda, attraverso il costante sviluppo del network intermodale. Con l’aumento della capacità ferroviaria, nel 2025 potremo garantire la movimentazione di quasi tre volte quella attuale grazie al potenziamento dell’impianto ferroviario».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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