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Tempi di attesa, il nuovo cruccio dei logistici

Secondo un sondaggio condotto su LinkedIn, il 63% dei responsabili della pianificazione ritiene più grave e oneroso tenere un camion fermo che far viaggiare un veicolo vuoto. D’altra parte, quasi la metà della giornata di lavoro di un autista svanisce attendendo

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I tempi morti, passati in attesa del carico, sono in cima alle preoccupazioni degli autotrasportatori e degli esperti di pianificazione logistica, più dei chilometri percorsi a vuoto che per anni sono stati il terrore di chiunque gestisse spedizioni. Semmai ce ne fosse bisogno, dopo le polemiche sulla congestion fee che stanno infiammando i rapporti tra spedizionieri e trasportatori nei principali porti italiani, a confermare la nuova tendenza arriva un sondaggio condotto su LinkedIn da Marcello Serra, uno dei responsabili commerciali per il mercato italiano di Timocom, la borsa carichi nata nel 1997 proprio con l’intento di far incontrare domanda e offerta nel trasporto delle merci, riducendo così i viaggi a vuoto.

Costa più un camion fermo di uno vuoto

Il sondaggio, condotto interpellando 110 responsabili di pianificazione logistica sulla piattaforma social dedicata al lavoro, ha rilevato che il 63% dei professionisti ritiene più importante nella gestione della flotta la riduzione delle attese e dei tempi morti, quelli durante i quali gli autisti attendono l’assegnazione dei carichi. In minoranza con il 37% delle risposte chi ritiene invece ancora una priorità ridurre i viaggi a vuoto.
«Il sondaggio – interviene Serra – mostra che, al giorno d’oggi, la maggioranza degli esperti di pianificazione logistica considera che, tenere il camion fermo, equivalga a una perdita di soldi ben peggiore dei chilometri a vuoto. Tra le ragioni di questo, spiccano sia l’aspetto aleatorio dell’attesa che il crescente costo del personale rispetto al costo di un camion che viaggia a vuoto».

Al volante solo metà del tempo

D’altra parte, le attese tengono sempre più spesso i camion fermi. Districò, il portale dei servizi di Qualità Sicurezza e Ambiente di Federtrasporti ha analizzato più di 55mila giornate di lavoro incrociando i dati dei tachigrafi: da questa analisi emerge che un autista passa al volante (quindi guidando) poco più della metà della sua giornata di lavoro. Il resto è attesa. In un arco temporale medio di 11 ore e 25 minuti, i conducenti del Gruppo Federtrasporti hanno passato al volante (nel triennio 2021-2023) soltanto 6 ore e 49 minuti, in percentuale il 59,71% del tempo. Un approfondimento di queste rilevazioni è stato pubblicato nella nuova edizione de i «100 numeri per capire l’autotrasporto – Tutte le sfide della sostenibilità».

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