Ci sono sempre meno padroncini in circolazione. E la cosa peraltro rende ancora più critica la carenza di «uomini al volante» di un camion. Ma in realtà dai dati appena pubblicati dall’Albo dell’Autotrasporto e aggiornati al 2020, emerge che anche le aziende con un parco da due a cinque veicoli vanno progressivamente scemando. Al contrario tutte le altre, comprese quelle con più di cento camion, aumentano: negli ultimi tre anni sono almeno 449 in più le aziende con un parco da 6 a 20, 621 in più quelle tra 21 e 50, 207 in più quelle da 51 a 100, 164 in più quelle con oltre cento camion.
Segno che il settore sta cambiando pelle, si va strutturando, magari assecondando una concentrazione sempre maggiore anche all’interno dei settori industriali e commerciali. Vale a dire la committente dell’autotrasporto. E questa adesione al mercato – sottolineata in questo podcast dal vicepresidente dell’Albo, Patrizio Ricci, risulta evidente in altri due dati: il peso delle imprese specializzate in ATP (sono 61.902) e quindi legate il più delle volte alla filiera alimentare o a temperatura controllata e l’emersione di quelle attive sull’ultimo miglio e quindi attrezzate con veicoli di massa da 1,5 a 3,5 ton per la consegna delle merci acquistate on line.
Poi ci sono anche 16.877 imprese che, seppure iscritte, sono prive di veicoli e spesso anche dei requisiti necessari per operare come tali. Bisognerebbe cancellarle e Ricci ci ha promesso che entro un anno e mezzo l’operazione – ora affidate alle cure di RAM, la società in house del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – sarà portata a termine.
Buon ascolto e buona strada!