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Northvolt «senza energia»: il colosso delle batterie fatica a raggiungere gli obiettivi di produzione

La svedese Northvolt sta affrontando un'importante crisi produttiva, non riuscendo a raggiungere i target di produzione fissati a 100.000 celle di alta qualità a settimana entro fine anno. L'azienda ha anche sospeso l'attività in uno dei due edifici dello stabilimento di Skelleftea e ha limitato la produzione ai giorni feriali. Segno delle difficoltà operative che mettono sotto pressione il piano di crescita del produttore di batterie

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Non c’è pace per Northvolt. Dopo aver annunciato nei mesi scorsi di rivedere i propri piani di sviluppo e anche di tagliare posti di lavoro, a causa della frenata della domanda di veicoli elettrici (ne avevamo parlato qui), il produttore europeo di batterie continua il suo processo di ridimensionamento. Secondo documenti interni e fonti vicine all’azienda, rese note dall’agenzia di stampa internazionale Reuters, Nothvolt non riuscirebbe a raggiungere l’obiettivo di produrre 100.000 celle a settimana entro la fine dell’anno e avrebbe sospeso la produzione almeno fino a dicembre in uno dei due edifici dello stabilimento di Skelleftea, in Svezia.

Stando a quanto riportato da Reuters, inoltre, Northvolt avrebbe anche discusso la possibilità di ottenere una protezione fallimentare negli Stati Uniti come una delle diverse opzioni a disposizione dell’azienda a corto di liquidità per sopravvivere alla crisi. Anche se tale notizia non ha ancora trovato conferma ufficiale da parte di Northvolt.

Ad ogni modo, stando ai dati diffusi dall’azienda stessa, nell’ultima settimana di ottobre la società ha consegnato solo 22.000 celle rispetto a un obiettivo di 30.000. Nella settimana che si è conclusa il 10 novembre, invece, il dato si è assestato a circa 26.000 unità. Un livello di produzione che comunque si trova sottodimensionato rispetto alla tabella di marcia «Path to 100k», cioè di produrre 100.000 celle a settimana entro la fine dell’anno. Il risultato è probabilmente anche la conseguenza dell’interruzione del ciclo di produzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Northvolt ha di recente confermato infatti la riduzione dei turni di lavoro e di produrre solo nei giorni feriali, aggiungendo che «sta gestendo meno linee di produzione rispetto al passato e si sta concentrando sulla consegna dei volumi contrattuali dei clienti» (ad oggi principalmente Scania, Audi e Porsche, ndr).

Tuttavia, secondo Hans Eric Melin, fondatore del gruppo di consulenza Circular Energy Storage (CES), rallentare i ritmi produttivi non sarebbe necessariamente una cattiva notizia, perché «potrebbe portare a un miglioramento della qualità delle celle agli ioni di litio». Fonti interne a Northvolt hanno inoltre sottolineato come questa strategia favorisca interventi più efficienti di riparazione e manutenzione.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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