Il primo semestre 2023 se n’è andato e di certo ci lascia un mercato del veicolo da trasporto ancora particolarmente vivace. Le giustificazioni possono essere tante, così come meno lineari potrebbero essere le prospettive, ma prima di tutto bisogna guardare ai numeri. E quelli espressi dal Centro Studi e Statistiche UNRAE – sulla base delle immatricolazioni diffuse dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – sono inequivocabili: 2.790 veicoli immatricolati a giugno 2023 sono esattamente il 16,5% in più rispetto ai 2.394 immatricolati lo stesso mese del 2022. In questo lasso, se è vero che la crescita interessa tutti i segmenti, sembra concedere maggiori soddisfazioni dal punto di vista percentuale (+22,1%) a quello sopra le 6 e sotto le 16 ton, che però numericamente è anche più scarso, mentre quello fino alle 6 ton, che più aveva faticato in passato, adesso si mantiene con una crescita in doppia cifra a +10,2% sul 2022.
Tutto questo aiuta anche a chiudere i conti del trimestre in modo soddisfacente, con il mercato che chiude nel complesso con un +13%, grazie in particolare al +14,4% dei pesanti.
Paolo A. Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE, come al solito è ispirato da cautela e invita a non perdere di vista «l’attuale contesto, caratterizzato da un calo della domanda determinato dalla contrazione della produzione industriale e dall’alto costo dell’indebitamento per le imprese. A questo si aggiungono le difficoltà legate alle prossime scadenze relative all’introduzione del tachigrafo smart di seconda generazione (dal 21 agosto prossimo) e ai sistemi avanzati di sicurezza ADAS e cybersecurity (dal 2024), che determinano un ritardo nelle decisioni di investimento, a detrimento del processo di rinnovo del parco circolante».
Da qui, secondo Starace, «scaturisce la necessità e il conseguente appello all’attuale Governo di individuare soluzioni ponte che consentano l’adozione di veicoli di ultima generazione attraverso un piano di sostegni pluriennale che salvaguardi la neutralità tecnologica. Solo attraverso questo approccio potremo garantire la riduzione delle emissioni e un elevato livello di sicurezza stradale a prescindere dalle eventuali revisioni delle normative europee, che al momento appaiono ben lontane dall’essere prese in esame».