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In 23 Paesi la carenza di autisti aumenterà fino al 25%

Secondo un'indagine dell'IRU, la mancanza di trasportatori nel 2021 crescerà di oltre un quarto rispetto allo scorso anno. Motivazione numero uno: la scarsissima presenza di conducenti formati e professionali

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Nonostante la riduzione della domanda causata dalla pandemia, la forte carenza di trasportatori rimane un problema gravissimo del settore a livello mondiale, destinato anzi a peggiorare ulteriormente nel 2021. Lo afferma un’indagine dell’IRU (International Road Transport Union), che ha intervistato 800 aziende di trasporto su strada in 23 Paesi europei ed extraeuropei. Secondo l’inchiesta, nel 2021, con la ripresa economica e l’incremento della domanda di servizi di trasporto, l’insufficienza di autisti aumenterà mediamente di circa il 25% rispetto al 2020, con alcuni casi drammatici come la Spagna (+150%), la Turchia (+192%) e il Messico (+175%).

Il motivo numero uno di questa penuria di conducenti, secondo il 40% degli operatori del trasporto su gomma intervistati, è da individuare nella mancanza di formazione, competenze e professionalità degli autotrasportatori. Inoltre la bassa percentuale di donne e giovani impiegati come autisti, spesso a causa delle difficili condizioni di lavoro, aggravate dalla pandemia, rende il dato ancora più preoccupante, visto anche che l’età media dei conducenti di camion professionisti a livello globale è oggi sui 50 anni ed è destinata ancora a crescere. Senza contare la ricerca del World Economic Forum secondo cui il 50% della forza lavoro globale dovrà essere riqualificata entro il 2025.

L’IRU ritiene perciò che le imprese di trasporto su strada dovranno sempre più dedicare risorse significative per cercare, assumere e formare i conducenti e farli operare nel rispetto della sicurezza del settore e degli standard professionali. Una formazione non generica – tra l’altro obsoleta, costosa e controproducente – ma ‘tagliata su misura’ per le specifiche esigenze di ciascun camionista. 

«Molti conducenti senior hanno smesso di lavorare l’anno scorso per evitare di ammalarsi di Covid-19, mentre altri hanno lasciato la professione a causa delle sfide e delle barriere imposte loro e anche i centri di formazione sono stati chiusiha dichiarato Umberto de Pretto, segretario generale dell’IRU – Guardando oltre la pandemia e vedendo che tantissimi operatori incontrano forti difficoltà a trovare autisti per soddisfare la futura domanda dei clienti, non resta che spingere le aziende a ricercare conducenti con le giuste competenze e a ideare soluzioni rapide per ‘attrezzarli’ ad operare con la giusta professionalità».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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