Lo sanno tutti. La gran parte dei mezzi ecologici, quelli impiegati per il ciclo dei rifiuti, sono a noleggio. Sono veicoli pesanti, dai nomi dedicati alla funzione che svolgono e che dal Codice della strada sono definiti «ad uso speciale»: compattatori, satelliti, spazzatrici, lava strade, lava cassonetti. Spesso bisogna allestirli su misura e ci vogliono investimenti e tempo. Ma il meccanismo delle gare d’appalto – aleatorie nella prima fase, repentine dopo la conclusione – impediscono alle società municipalizzate o a quelle che lavorano per loro, una tempestiva programmazione degli investimenti. La soluzione – largamente praticata su tutto il territorio nazionale – è il noleggio. L’ultimo evento – per certi versi drammatico – è l’appello quasi disperato lanciato ai noleggiatori nel giugno scorso dal Comune di Roma, perché la sua municipalizzata – l’AMA – ha il 50% dei mezzi fermi per guasti o scarsa manutenzione e ha bisogno con urgenza di compattatori, nuovi o usati, a caricamento laterale a tre assi, a caricamento laterale a due assi e a caricamento posteriore a tre assi. Mezzi pesanti.
E, invece, la nuova formulazione dell’art. 84 del Codice della strada recita esplicitamente, al comma 4: «Possono, inoltre, essere destinati alla locazione senza conducente: a)i veicoli ad uso speciale e i veicoli destinati al trasporto di cose per conto proprio, la cui massa complessiva a pieno carico non sia superiore a 6 tonnellate».
Una doccia fredda per chi opera da anni in questo settore e che, fino ad oggi, iscrivendosi al’Albo degli autotrasportatori ha potuto tranquillamente noleggiare alle aziende ecologiche quei giganti che all’alba prelevano la mondezza dai cassonetti e la trasportano ai centri di raccolta e smaltimento. Come Vrent, 3 mila veicoli, che il presidente del Gruppo, Fabio Telese, seconda generazione in azienda, presenta con orgoglio come «la società di noleggio più grande d’Italia per i veicoli pesanti, che ogni anno acquista il 3% del totale delle immatricolazioni». E snocciola rapidamente il conto: i veicoli vengono sostituiti a rotazione ogni 48 mesi, se ci si aggiungono quelli per ampliare la flotta (che ormai punta decisamente ai 5 mila mezzi), c’è un rinnovo di 6-700 mezzi l’anno: «Dato che se ne immatricolano mediamente circa 20 mila, è il 3% del totale».
Non sono tutti ecologici, naturalmente…
Oggi i veicoli ecologici nella nostra flotta sono il 60-65%. Ma quando abbiamo cominciato, siamo partiti da quelli, rifornendo società pubbliche e private di tutta Italia, da Milano a Genova. Ma poi abbiamo allargato ai trazionisti, inserendoci nel segmento, grazie al fatto che siamo diventati anche importatori italiani di Ford Trucks. Poi dai trattori stradali siamo passati a noleggiare i veicoli ad Amazon, ai grandi courier come Fedex. E da qualche tempo abbiamo scoperto il noleggio dei veicoli per il cinema: i motorhome in cui si ospitano attori e operatori che lavorano sul set. Ma le nuove norme ci bloccano anche lì, perché anche questi sono veicoli «ad uso speciale».
Torniamo ai veicoli ecologici. Finora come funzionava?
Prima, anche se ero una società di noleggio, per noleggiare un veicolo superiore alle 6 tonnellate, dovevo essere iscritto all’Albo degli autotrasportatori. E quindi non era altro che un noleggio tra società del settore, una sortadi soccorso reciproco. Invece, oggi la norma è stata completamente trasformata: io posso immatricolare come veicolo da noleggio un mezzo da 26 tonnellate semplicemente perché sono iscritto alla Camera di commercio come società di noleggio. Ed è chi lo prende in affitto che deve segnalarlo al REN Noleggi ed essere iscritto all’Albo degli autotrasportatori. Di conseguenza, deve anche comprovare la sua capacità finanziaria che prima, invece, era in capo al noleggiatore per via della sua iscrizione all’Albo.
Ma il vero problema mi sembra che sia l’esclusione dal noleggio dei veicoli ad uso speciale superiori alle 6 tonnellate…
Esatto, restano fuori non solo i nostri motorhome per il cinema, ma anche molte tipologie di veicoli ecologici: spazzatrici, lavastrade, lavacassonetti che sono una gamma importante del settore del noleggio. E quindi non capisco proprio la ratio di questa esclusione, che per noi vuol dire bloccare il 5% della flotta.
Perché i veicoli ecologici sono una gamma importante del noleggio?
Perché si tratta di veicoli impiegati nel ciclo urbano dei rifiuti che è gestito attraverso appalti pubblici. Cosa succede? Le faccio un esempio. Per un Comune di 20 mila abitanti, un’impresa ha bisogno di 50-60 veicoli, per allestire i quali – ad esempio un compattatore, per il quale sono necessari sei mesi soltanto per avere il telaio – ci vogliono almeno 12 mesi a partire dall’ordine. Ma quando partecipa alla gara, quell’impresa non può fare l’ordine fino a che non viene a sapere se l’ha vinta o no. Quindi, se la vince, dovrebbe aspettare un anno per avere i veicoli che le servono, mentre dovrebbe essere operativa 60-90 giorni dopo l’aggiudicazione. Perciò anche con un appalto di cinque anni, se ne perde uno per aspettare i veicoli, non riesce neppure a gestire un piano di ammortamento adeguato. E quindi si rivolge a noi, in quanto siamo in grado di coprire tutto il fabbisogno sia per tipo che per quantità di mezzi. Per fare un esempio, siamo molto presenti nel basso Lazio – Anagni, Colleferro, Fiuggi – dove ci vogliono 2-300 veicoli diversi per coprire tutta l’area.
Come state reagendo al divieto di noleggio per i veicoli pesanti ad uso speciale?
Noi siamo una società market leader e i decisori dovrebbero essere a conoscenza dei nostri problemi, ma nell’ecologico (e anche nel cinema), ci sono molte altre società che noleggiano veicoli ad uso speciale e allora ci siamo iscritti all’Aniasa e a Confindustria per essere rappresentati tutti insieme a livello di governo e cercare di sbloccare la questione. Una strada potrebbe essere quella del comodato d’uso, ma è una soluzione abborracciata, all’italiana. Sarebbe meglio un chiarimento ministeriale se non un intervento legislativo.
Come andrà a finire? Il governo ha già emanato quattro circolari. Ce ne saranno altre?
Probabile. Andrà a finire come sempre in Italia: prima fanno le norme, poi in base ai problemi che sorgono, concedono le deroghe.
Questo articolo fa parte del numero di marzo/aprile 2024 di Uomini e Trasporti: uno speciale monografico di 84 pagine interamente dedicato al tema del noleggio.
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