Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneFinanza e mercatoEstate 2023, le vendite di camion schizzano alle stelle. Starace: «È il tachigrafo a drogare il mercato»

Estate 2023, le vendite di camion schizzano alle stelle. Starace: «È il tachigrafo a drogare il mercato»

Quest’anno tra luglio e agosto si sono venduti tantissimi camion. Per la precisione 5.324. Lievitando le immatricolazioni dei veicoli sopra le 16 ton del 37,7% a luglio e dell’81,2% ad agosto. Secondo il presidente dell’Unrae la corsa all’acquisto serve ad aggirare l’incontro con il tachigrafo di seconda generazione. Anche se l’appuntamento, previsto per il 21 agosto, è slittato al 30 settembre prossimo sotto forma di tolleranza. E lo stesso Starace, a questo punto, chiede di adottarla fino a fine anno

-

Un’estate col botto, quella vissuta dal mercato dei veicoli industriali nel corso di luglio e agosto. Stando ai dati diffusi dal Centro Studi e Statistiche Unrae, basati su numeri del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a luglio il numero di camion immatricolati è cresciuto del 33,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, incamerando 2.784 unità a fornte delle 2.086 del 2022, mentre ad agosto l’incremento è stato addirittura dell’80,7%, con 2.540 immatricolazioni contro le 1.406 del 2022. Dati che spingono verso l’alto il bilancio dei primi otto mesi dell’anno, con un totale di oltre 3.500 veicoli immatricolati in più rispetto al 2022, percentualmente significa un +21,2%. 

Andando a vedere quali categoria di veicoli hanno prodotto le migliori performance si scopre che è la fascia sopra le 16 ton a far registrare i maggiori rialzi, con un +37,7% a luglio e un +81,2% ad agosto, ma sono sullo stesso livello i veicoli di peso medio-leggero sotto le 16 t con un +25,7% a luglio e un +93,6% ad agosto

Una droga chiamata tachigrafo

Come leggere questi numeri? Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’Unrae non ha dubbi: «Il boom di immatricolazioni registrato nei mesi di luglio e agosto è in larga parte frutto della situazione contingente determinata dall’introduzione del tachigrafo smart di seconda generazione». 

Ma questa sorta di «droga» del mercato, come la definisce Starace, potrebbe «determinare nei prossimi mesi un crollo delle immatricolazioni, creando gravi difficoltà alle reti distributive e agli operatori di settore».

I tempi della tolleranza

Al momento attuale in realtà l’Italia, così come altri paesi, ha adottato una tolleranza, consentendo la circolazione di veicoli non ancora conformi al Regolamento (UE) 2021/1228. Da Bruxelles non è giunta per tanto tempo una posizione univoca, anche se il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, ha annunciato una decisione della Commissione di concedere la tolleranza fino al 30 settembre. D’altra parte già lo stesso ministero dell’Interno italiano, in una nota datata 9 agosto, precisava come «in occasione di interlocuzioni tra il ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la DG-MOVE della Commissione UE è emerso che il problema è comune a diversi Stati membri e che potrebbe avere ripercussioni sull’omogeneità del trattamento dei singoli vettori comunitari e sulla concorrenza leale tra gli stessi». Ed ecco perché – si puntualizzava – la stessa Commissione «ha ritenuto che la soluzione possa essere individuata in un temporaneo regime di tolleranza». Poi, nella nota a pie’ pagina, si indicava come data in cui adottare tale tolleranza «fino al 30 settembre», aggiungendo che «alla fine di settembre è prevista una nuova riunione del Comitato del trasporto stradale in seno alla DG-MOVE». E a quel punto si adotterà una decisione definitiva.

A questo punto tolleriamo fino a fine anno?

Starace auspica che la Commissione «prenda finalmente atto dei gravi ritardi di produzione da parte dei fornitori di cronotachigrafi e preveda, magari coinvolgendo tempestivamente il Consiglio Europeo, una deroga unanime e condivisa in tutti i Paesi europei almeno fino al 31/12/2023». Inoltre, il presidente della Sezione VI di Unrae chiede pure una condivisione anche in Italia del principio di omogeneità e univocità «evitando che si registrino iniziative isolate in ambito regolatorio da parte dei singoli Enti locali che causano ulteriori difficoltà e incertezze agli autotrasportatori. Solo attraverso un maggior coordinamento centrale a livello nazionale ed europeo si potranno evitare disallineamenti del mercato e situazioni di disparità concorrenziale tra imprese di diversi Stati membri».

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link