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Elettrico: il produttore di batterie Northvolt taglia piani di sviluppo e personale

Se il mercato non tira e la produzione di veicoli arranca, va da sé che anche la componentistica necessaria all’elettrico – batterie in testa – subisca una frenata. Ecco perché la svedese Northwolt (fornitrice anche di Scania), cancella prospettive di crescita e si concentra sul business delle celle. A rischio anche il mantenimento della forza lavoro, attestata attualmente a 7.000 unità

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L’economia funziona come una bilancia: se la domanda di veicoli elettrici non decolla, se i piani produttivi da parte delle case costruttrici si ridimensionano, anche i loro acquisti di componentistica specifica – batterie in testa – subiscono una frenata. Ecco giustificata la notizia che vede Northvolt, una dei produttori europei più dinamico e forte anche di una stretta relazione con Scania (per l’acquisto di celle), rivedere i propri piani di sviluppo e forse anche a tagliare posti di lavoro. L’attuale contingenza, infatti, costringe la giovane azienda a riconsiderare la prevista costruzione di tre gigafactory, a sospendere la produzione di materiale attivo per catodi e a cercare dei partner per un’attività di accumulo di energia con sede in Polonia. A tutto questo poi si aggiungono le problematiche incontrate nella realizzazione di un importante stabilimento non troppo distante dal Circolo Polare Artico. Una volta sollevatasi da questi oneri, l’intenzione dell’azienda è di concentrare tutti gli sforzi sulla produzione di celle su larga scala, da realizzare a Skelleftea. «Costruire un’azienda di batterie da zero è un’impresa profondamente impegnativa e ad alta intensità di capitale – ha spiegato Peter Carlsson, co-fondatore e amministratore delegato di Northvolt –. Abbiamo fatto molta strada, ora è il momento di concentrarci sul core, di imparare dal passato e di ampliare il nostro core business per assicurarci di poter soddisfare le aspettative dei nostri clienti e di aiutare l’Europa a raggiungere un ecosistema di batterie sostenibile».

Rispetto al taglio del personale – che attualmente complessivamente conta 7.000 dipendenti – non viene fatta specifica menzione, ma è altamente probabile che interrompendo alcune produzioni con l’obiettivo di contenere i costi, si passi poi a valutare anche questo aspetto. «Non sono state prese decisioni definitive sulla natura precisa di qualsiasi ridimensionamento (della forza lavoro). Continuiamo a discutere in modo costruttivo con i sindacati e faremo in modo di ridurre al minimo la necessità di licenziamenti», viene chiarito in un comunicato.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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