Le dimissioni improvvise di Carlos Tavares dalla guida di Stellantis, annunciate il 1° dicembre 2024, hanno acceso i riflettori su una situazione complessa per il colosso automobilistico. Già da mesi erano evidenti divergenze strategiche tra il CEO e il consiglio di amministrazione, che hanno accelerato la fine del mandato previsto inizialmente per il 2026. Nel frattempo, John Elkann guiderà un comitato esecutivo ad interim fino alla nomina del nuovo amministratore delegato, attesa entro metà 2025.
Le cause della crisi
A influire sulla crisi sono stati una serie di fattori. Già nello scorso mese di settembre, Stellantis aveva lanciato un «profit warning» per il 2024, vale a dire una revisione al ribasso delle sue previsioni finanziarie per l’anno in corso, segnalando due aspetti critici: il taglio delle previsioni di margine operativo e il flusso industriale di cassa negativo. Questi due aspetti lasciavano (e lasciano tutt’oggi) intendere quindi che il 2024 potrebbe chiudersi con una redditività più bassa e una situazione di liquidità meno solida, a causa di fattori come vendite in calo, margini ridotti e spese elevate.
Pesano, poi, l’eccesso di scorte a breve termine nel mercato degli Stati Uniti (praticamente c’è un numero elevato di veicoli invenduti nei propri magazzini o presso i concessionari), il calo delle vendite su entrambe le sponde dell’Atlantico (-17% negli USA e -7% in Europa nei primi nove mesi dell’anno) e difficoltà legate alla transizione verso i veicoli elettrici. Una nota ufficiale di Stellantis sottolinea in particolare che «la persistente incertezza nelle vendite di vetture elettriche nei mercati europei» e «la debolezza del settore del lusso in mercati extraeuropei come Cina e Stati Uniti» rendono insostenibile una produzione continua.
Reazioni del mercato e toto-nomine
La borsa ha reagito duramente: le azioni Stellantis hanno toccato i minimi degli ultimi due anni, segnalando le preoccupazioni degli investitori. Intanto, il toto-nomine per la successione è in pieno corso, con nomi di spicco come Luca de Meo (Renault) e Jean-Philippe Imparato (responsabile Europa di Stellantis) tra i papabili, anche se nelle ultime ore circola l’ipotesi suggestiva di Luca Maestri (ex CFO di Apple). La situazione rimane però fluida e suscettibile di evoluzioni.
Le dimissioni di Tavares segnano comunque la fine di un’era iniziata con la fusione tra FCA e PSA nel 2021, un progetto che aveva ambizioni globali ma che ora deve fare i conti con sfide strutturali e un mercato in rapida evoluzione. Gli occhi sono puntati su Elkann e sul futuro management per capire quale sarà la strategia per rilanciare il gruppo e ristabilire la fiducia.