Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneFinanza e mercatoCovid-19, la Spagna non concede neanche un euro all’autotrasporto in difficoltà

Covid-19, la Spagna non concede neanche un euro all’autotrasporto in difficoltà

Il Piano Renove 2020 prevede 250 milioni di euro di aiuti a supporto delle industrie, ma taglia fuori completamente 102 mila trasportatori iberici, malgrado il 40% di loro abbia perso in primavera tra il 35 e il 50% dei viaggi. E paradossalmente sostiene il conto proprio

-

Si preannunciano tempi durissimi per l’autotrasporto spagnolo. Lo segnala il Freight Leaders Council (FLC), spiegando come la pandemia di Covid-19 e le conseguenti restrizioni attuate nella Penisola iberica abbiano messo in grande difficoltà le imprese locali, particolarmente attive nell’ambito dell’autotrasporto internazionale. A questo riguardo il FLC cita una ricerca tra le principali flotte spagnole dell’associazione Astic (Asociaciòn del transporte internacional per carretera) dalla quale emerge che il 40% degli operatori del settore ha perso tra il 35 e il 50% dei viaggi nel periodo di lockdown tra marzo e aprile, mentre i viaggi a vuoto sono aumentati mediamente del 30%. A risentire maggiormente della crisi è stato in particolare il trasporto di materie prime, elettrodomestici e autoveicoli, mentre hanno retto il settore alimentare e farmaceutico.

15% del fatturato: la richiesta dell’autotrasporto

Inevitabile, di fronte a queste perdite, la richiesta delle imprese iberiche di un aiuto finanziario pari ad almeno il 15% del fatturato annuale e di una riduzione degli oneri sociali. Ma il governo spagnolo ha fatto orecchie da mercante. Dopo quattro mesi di ritardo, lo scorso 20 ottobre ha approvato il Piano Renove 2020 che prevede 250 milioni di euro di aiuti a supporto delle industrie, escludendone però sia i padroncini artigiani sia le imprese di trasporto strutturate, per un totale di 102 mila liberi professionisti e aziende (stime Fenadismer). Questo significa che se un’azienda ha bisogno di comprare un camion o un furgone e si trova, a causa delle difficoltà riferite dei mesi scorsi, in grave crisi di liquidità, lo Stato non le fornisce alcun sussidio, seppure in questo modo si corre il rischio di invecchiare il parco veicolare del paese e quindi abbassare il livello di sicurezza sulle strade.

«No» al conto terzi, «Sì» al conto proprio

L’esclusione è stata motivata dal governo ispanico per l’impianto su cui poggia il Piano Renove, che opererebbe alle condizioni del Regolamento europeo di applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’UE per gli aiuti de minimis, cosa cheimpedirebbe di incentivare l’acquisto di veicoli adibiti al trasporto di merci su strada. Ma le principali associazioni di trasporto spagnole (CETM, Fenadismer, Fetransa e Astict) hanno giudicato discriminatorie le misure adottate, replicando che «le oltre 54.000 imprese di trasporto in conto proprio esistenti in Spagna sono ammesse a beneficiare di tale regime pur essendo meno efficienti e potranno così rinnovare le loro flotte grazie a tali aiuti. La grande sorpresa è stata per chi trasporta merci su strada che non può beneficiarne per il rinnovo delle flotte, lasciando molte aziende in balia della crisi».

L’atteggiamento governativo appare a maggior ragione grave vista l’attuale recrudescenza della pandemia. La Spagna negli ultimi giorni ha superato il milione di casi e secondo il ministro della Salute, Salvador Illa, la situazione è fuori controllo in diverse zone del Paese, per cui l’autotrasporto, messo già fortemente sotto stress dalla prima ondata, dovrà resistere anche a questa seconda botta senza la sicurezza di un sostegno finanziario.

Oltre al virus, l’aumento dei sinistri

Se tutto questo non bastasse, in Spagna si registra anche un preoccupante aumento del numero di incidenti che vedono coinvolti gli autotrasportatori. Secondo una ricerca condotta da Fenadismer e riportata da FLC, tra il 15 marzo e il 6 maggio 2020 il numero di sinistri che hanno coinvolto gli autocarri di peso superiore ai 3.500 kg è aumentato del 2,4% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Ancora: i54,7% dei conducenti si è detto più distratto alla guida a causa del Covid-19; l’84,1% afferma di non aver avuto spesso un posto dove mangiare o riposare; il 71% dichiara di non aver ricevuto informazioni chiare o mezzi di protezione adeguati; il 54%denuncia di essere stato costretto a caricare o scaricare le merci senza alcun aiuto.

Infine, da uno studio dell’Istituto universitario di ricerca sulla sicurezza stradale (Intras) dell’Università di Valencia, che ha coinvolto 1.013 conducenti del trasporto merci provenienti da tutta la Spagna, con un’anzianità media di 17 anni, emerge un giudizio fortemente negativo riguardo l’attenzione del Governo spagnolo nei confronti del settore. Il 79,8% degli autotrasportatori ritiene che le autorità pubbliche non abbiano fornito loro l’aiuto previsto, mentre il 50,7% pensa che le norme sulle modalità di trasporto delle merci non siano chiare.

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link