Chiggiato spa emette un minibond da un milione di euro, sottoscritto dalla Banca Valsabbina e con l’assistenza fornita da C&G Capital, in veste di Financial Advisor, Arranger e Legal.
Cos’è il minibond
Detto così, forse, è una notizia che non tutti riescono a cogliere. Cerchiamo allora di spiegare meglio. Partiamo dal minibond. Questo strumento finanziario è di fatto un titolo di debito che non può superare la soglia dei 50 milioni, emesso da una società come alternativa al finanziamento. Se cioè un’azienda ha un progetto di sviluppo importante – e quindi anche oneroso – può trovare nel minibond un sostegno finanziario. A dire il vero nello scorso anno la raccolta tramite minibond ha subito una lieve frenata, giustificata dagli alti tassi di interesse. Adesso, però, che ci si sta indirizzando verso un ridimensionamento del costo del denaro, questa leva potrebbe beneficiare di nuova spinta. E l’operazione Chiggiato potrebbe essere ascritta in questo trend.
Il progetto dietro l’emissione
L’altra cosa da sottolineare è che nel mondo dell’autotrasporto non sono note sottoscrizioni di minibond. Qualcosa, ma niente di stratosferico, si registra nella logistica. La ragione, peraltro, è abbastanza evidente: l’autotrasporto merci è un’attività con redditività abbastanza ridotta e quindi priva di particolare appeal per chi ha voglia di investimenti. Forse, diventa più interessante quando viene puntellata da iniezioni logistiche agganciate ad altri anelli della catena. Cosa che nel caso di Chiggiato è del tutto evidente.
Ma la società veneta ha anche qualcosa di più. Innanzi tutto, è molto nota e beneficia di un’eccellente immagine, non soltanto all’interno del settore. A renderla tale è stata anche la visibilità conquistata nella stagione pandemica, quando è diventata uno dei protagonisti della distribuzione dei vaccini. Alle sue spalle c’è un progetto logistico importante, anche a livello immobiliare, che trova il suo quartier generale a Piombino Dese (Padova), da dove distribuisce, grazie a un magazzino di 10 mila mq e 20 mila posti pallet, prodotti per packaging farmaceutico e (in tutto il mondo) siringhe per insulina. Peraltro, «ovunque ci sia una strada» – come recita il motto aziendale – ci arriva via terra tramite camion. Ma dispone anche di altri due insediamenti logistici:
– uno nei pressi di Lucca, da dove gli risulta più agevole seguire la Kedrion Biopharma, per la quale, tra le altre cose, raccoglie in tutta Italia il plasma – frutto di donazioni – da trasformare in farmaci utili a prolungare la vita di persone affette da malattie rare;
– uno nei pressi di Bari, a Conversano, da dove ha ulteriormente allargato il suo business, interamente basato sul ricorso a veicoli a temperatura controllata. Perché la terra di Puglia è l’avamposto da cui esportare verso l’estero prodotti alimentari di qualità, che vanno così ad affiancare il pharma e l’alta moda (gestita, anche quest’ultima, tramite semirimorchi frigo, perché più inviolabili), che fino a ieri generavano rispettivamente l’80% e il 20% del fatturato.
Ragioni e dettagli dell’operazione
Tutto questo non è nato nello spazio di un mattino, come è ovvio. Ma bisogna anche considerare che Luca Chiggiato è figlio, al pari di Andrea, Luca e Franco (tutti con lui in azienda), di Giuseppe, che era un semplice padroncino. Quindi di fatto si è costruito da solo, rispettando chi lavora al suo fianco e dimostrando riconoscenza in chi gli ha concesso fiducia. Ma comunque per mettere in piedi un’azienda così articolata, che ogni giorno fa muovere 250 camion di proprietà (a cui da un mese si è aggiunto anche uno elettrico) ci vogliono soldi. Così come sono necessari per continuare a crescere. Lo stesso Luca Chiggiato, CEO dell’azienda, lo dice a chiare lettere quando spiega che «l’emissione del prestito obbligazionario è funzionale al piano di sviluppo del gruppo, al sostegno dei suoi investimenti, alla diversificazione delle fonti di finanziamento e all’allungamento della durata media della sua struttura debitoria, al fine di garantire quella necessaria flessibilità operativa nella gestione finanziaria». Insomma, serve a dare un po’ di respiro a una situazione finanziaria che, di certo, in anni in cui il costo del denaro è stato particolarmente elevato avrà subito – immaginiamo – non pochi aggravi. In più – sottolinea sempre Chiggiato – «riteniamo che tale supporto sia fondamentale per un ulteriore incremento delle vendite e completamento del ciclo produttivo attraverso la costruzione di una nuova logistica a temperatura controllata al servizio dell’industria farmaceutica».
Parola ai partner
E ovviamente la prima a credere in questo piano di sviluppo, del tutto coerente al percorso fin qui seguito, è stata la Banca Valsabbina, tanto che il vicedirettore generale, Hermes Bianchetti, puntualizza che «il finanziamento di iniziative che promuovono l’innovazione e l’efficienza nel settore logistico è un riflesso del nostro continuo supporto alle eccellenze imprenditoriali italiane. Con questo minibond contribuiamo concretamente alla realizzazione di un progetto all’avanguardia, nell’ambito di una strategia di supporto finanziario alternativo che il nostro Gruppo sta offrendo alle aziende più promettenti».
E sulla stessa falsariga si muove anche Vania Corazza, co-fondatore di C&G Capital, quando sottolinea come «l’operazione rappresenti un passo significativo per Chiggiato nella sua strategia di crescita. Siamo orgogliosi di aver supportato l’azienda in questa fase cruciale, dimostrando ancora una volta il nostro impegno nell’affiancare gli imprenditori nel trasformare le proprie aziende in realtà d’eccellenza».