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Ceccarelli continua a crescere con l’acquisizione di Gipieffe

Dopo aver aperto filiali in varie regioni italiane e dopo il recente insediamento nell’interporto di Cervignano, il gruppo friulano rileva una società di Udine specializzata in pratiche doganali. In questo modo, oltre ad ampliare l'offerta di servizi da proporre ai clienti, conta di gestire in modo più attento e veloce queste operazioni essenziali nelle spedizioni internazionali

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Continua a crescere Ceccarelli Group, ma soprattutto a diversificare e ad allargare il perimetro dei servizi offerti alla sua clientela. L’azienda friulana, infatti, creata nel 1979 a Udine da Bernardino Ceccarelli, dopo essersi dotata di filiali anche Tolmezzo, Pradamano, Budoia, Trieste, Padova, Milano e Prato e dopo aver messo un piede – soltanto due mesi fa – nell’interporti di Cervignano, importante snodo di comunicazione inserito nel corridoio Baltico-Adriatico, adesso rileva la Gipieffe, altra società friulana specializzata nelle pratiche doganali e dotata di un ufficio strategico, all’interno di Udine Mercati, nella zona doganale. E così, come sottolinea Gabriel Fanelli, amministratore delegato di Ceccarelli Group, «nella costante logica di estendere i servizi offerti alla nostra clientela, aggiungiamo ora anche tutto ciò che riguarda le operazioni doganali».

Tutto questo farà sicuramente fare un salto in avanti considerevole all’azienda friulana, che nel 2023 aveva raggiunto i 56 milioni di fatturato e 3 milioni di margine operativo lordo. Numeri che – tutto lascia presumere – vivranno un’ascesa nei prossimi anni.

Ceccarelli Group, infatti, oltre a gestire spedizione che nel corso degli anni hanno vissuto una dimensione sempre più internazionale, si è anche arricchita di infrastrutture per gestire diversi anelli della catena logistica, dotandosi sia di spazi di stoccaggio, sia di software dedicati sviluppati direttamente all’interno dell’azienda. 

L’operazione con Gipieffe va quindi inserita nel solco di questa crescita internazionale e dalla necessità di gestire nella maniera più attenta, più efficiente e più rapida possibile le spedizioni oltre frontiera. «Molte aziende, probabilmente per scarsa informazione – argomenta Fanelli– trascurano alcuni aspetti che però hanno delle grosse implicazioni anche penali. Penso, ad esempio, ai beni dual use, ovvero prodotti a duplice uso consistenti tanto in beni materiali che immateriali, come software, progetti e le tecnologie, che, sebbene nascano e siano venduti per un utilizzo civile, potrebbero anche avere un uso militare. Per questo genere di beni ci sono procedure molto particolari, che se non seguite correttamente, possono avere ripercussioni importanti per l’azienda».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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