L’autotrasporto sta soffrendo una sorta di marginalizzazione. La partita che si sta concludendo in questi giorni e che serve a presentare in Europa i progetti per l’assegnazione di fondi per la ripresa economica, di fatto taglia fuori il settore, che mal sopporta il trattamento. Una dimostrazione evidente, in tal senso, è giunta dal Consiglio nazionale di FIAP/Conftrasporto dello scorso 23 aprile, che si è svolto – come ha riferito il presidente Massimo Bagnoli – con «toni forti e accesi» e un «forte disappunto per la mancanza di interlocuzione diretta con il Ministro e con l’Esecutivo di Governo sui temi di interesse per le imprese» e che si è concluso avanzando specifiche richieste al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e di conseguenza al Governo. L’elenco, di cinque punti, contempla:
- Investimenti per il settore che consentano la transizione ecologica tramite, innanzi tutto, la possibilità di cambiare il parco veicolare
- Eliminazione del contributo obbligatorio ART, ritenuto una mera tassa di esercizio, che «grava ingiustamente sulle imprese del settore»
- Contrasto al dumping tariffario da attuare tramite un rafforzamento dei costi riferimento, anche attraverso l’adozione di un salario minimo adeguato, sull’esempio di quanto fatto da altri Paesi Europei quali Germani e Francia.
- Lotta alle irregolarità sfruttando le normative già esistenti in materia di tempi di pagamento, pallet, tempi di attesa al carico e allo scarico, da applicare con automatismi e controlli
- Agevolazioni alle imprese sia di tipo operativo che economico come, per esempio, la privatizzazione delle revisioni di veicoli, rimorchi e semirimorchi e il recupero immediato delle accise sul carburante.
Al termine della riunione il Consiglio ha dato mandato al Comitato Esecutivo della Federazione di confrontarsi e individuare, in ambito Unatras, quali possano essere le azioni più opportune che provochino la ripresa del dialogo in chiave costruttiva e l’adozione di provvedimenti efficaci. Senza escludere l’attuazione di iniziative di forte impatto». Che nel mondo dell’autotrasporto equivale a dire «un fermo dei servizi».