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Ferrovie investono sul porto di Trieste. Serracchiani: «Occasione da non perdere»

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RFI intende investire alcune decine di milioni di euro per migliorare i trasporti nel porto di Trieste. A dare la notizia è stata Nannina Ruiu nel corso di un convengo, organizzato dall’Interporto Centro Ingrosso di Pordenone, presso l’aeroporto di Ronchi dei Legionari, andando in scia all’annuncio fatto nei giorni scorsi dall’ad di Ferrovie, Mauro Moretti, in cui anticipava che nel nuovo piano industriale, che sarà presentato a gennaio, ci sarà anche un progetto di espansione del trasporto merci. 

Anche se in realtà in Friuli Venezia Giulia il progetto è più avanzato, tanto che la stessa Ruiu ha ricordato che il programma di interventi è già stato presentato al governatore Debora Serracchiani e che a breve verrà illustrato anche agli operatori del settore.
E in effetti Serracchiani ha confermato che il programma «è frutto di un lavoro di mesi svolto nella capitale, nel corso dei quali è stato possibile sottoporre all’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, le potenzialità dello scalo di Trieste, e ottenere risposte tempestive in ordine alla sua implementazione come hub a servizio del centro Nord e Sud-Est Europa. Il progetto mira a rispondere alle criticità che erano state incontrate in precedenza, e vede tra i suoi punti di rilievo il miglioramento dell’accesso al porto e lo sviluppo dei servizi». «Ora al porto di Trieste – ha concluso Serracchiani – si apre una grande e concreta occasione di cui – ha concluso – è obbligatorio approfittare».

Al convegno era presente anche l’eurodeputato Antonio Cancian che ha chiarito che, dal suo punto di vista, non è necessaria la quadruplicazione delle linee per i due corridoi adriatico-baltico e Mediterraneo che dovrebbero attraversare Veneto e Friuli Venezia Giulia, perché i percorsi richiesti dall’Europa già ci sono: in sostanza sulla parte “bassa”, da Venezia a Trieste potrebbero transitare le merci a 160 km/h, mentre quella alta (da Conegliano fino a Udine passando per Sacile) potrebbe essere dedicata ai passeggeri. «Se questa ipotesi andrà in porto – ha detto Cancian – salteremo convegni, dibattiti e spesa di fondi per progettazioni, mettendoci all’opera subito per rendere operativa in poco tempo una linea fondamentale anche per l’economia della logistica nel Nordest».

Concetto questo, ripreso anche da Paolo Costa, presidente del Porto di Venezia, sottolineando che così operando diventerebbe possibile partire con una certa velocità con le opere. Inoltre, Costa ha spiegato che i traffici mondiali oggi si sviluppano tra Europa ed Estremo Oriente (8,8%) e non più tra Europa e Nord America (4% del totale), e che quindi «rilanciare la logistica per il Nordest d’Italia rimane una priorità».

Il presidente di Unindustria del Friuli Occidentale Michelangelo Agrusti, per spiegare l’importanza della logistica, ha citato invece un caso concreto, quello della Ideal Standard di Pordenone. «L’azienda – ha ricordato – ha ora il suo polo logistico a Brescia, con stabilimenti a Orcenico, in Veneto e Lazio. Si può comprendere quindi come ciò non sia sostenibile. A Pordenone chi può contribuire a dare una mano per uscire da questa crisi potrebbe essere la logistica, con la riduzione dei costi ad essa collegata, con conseguenze simili al taglio dei costi con la riduzione del cuneo fiscale. Il fatto che interporto di Pordenone abbia insistito sulla strada della rotaia, potrebbe aumentare il vantaggio competitivo di questa zona manifatturiera della regione. Ma anche la rete stradale dà il suo apporto e il taglio della Sequals-Gemona non gioca a vantaggio del sistema produttivo pordenonese e regionale».

Infine, Massimo Masotti di Anita ha auspicato che «in Friuli Venezia Giulia nasca una commissione o un ente che si interessi di logistica», proposta che è stata fatta propria anche dal consigliere Vittorino Boem, presidente della Commissione trasporti del Friuli Venezia Giulia.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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