Il 12 settembre scorso è stata approvata dal Consiglio Europeo la direttiva sull’Eurovignette che introduce nei pedaggi stradali a carico dei mezzi di trasporto merci superiori a 12 ton, anche i costi dell’inquinamento atmosferico e acustico da essi provocato, oltre a quelli già previsti per le infrastrutture.
La nuova direttiva – approvata con i voti contrari di Italia e Spagna e l’astensione di Portogallo, Olanda e Irlanda – può essere adottata su tutte le autostrade europee e va a favorire i Paesi centrali e di attraversamento della UE – che infatti hanno votato a favore. Lo scopo è quello di ridurre l’inquinamento proveniente dai mezzi pesanti, snellire il traffico, imporre un sistema di tassazione progressiva dei percorsi effettuati dai veicoli industriali. Il livello del pedaggio potrà dipendere dalla classe d’inquinamento del veicolo, dalla distanza percorsa e anche dall’orario di passaggio in determinate strade, in funzione del congestionamento. I veicoli Euro 6 saranno esenti sino al 31 dicembre 2017, gli Euro 5 fino al 31 dicembre 2013, gli ibridi e gli elettrici saranno completamente esenti.
Gli Stati potranno modulare la nuova tassa (fino al 175% della tassa base), applicare esenzioni al pagamento (per veicoli sotto le 12 ton), mentre le regioni montuose potranno applicare un importo superiore al transito per alcune particolari infrastrutture. Quest’ultimo aspetto – motivo del dissenso dei rappresentanti italiani – si traduce in un ennesimo colpo all’economia del nostro Paese che per trasportare le merci italiane in Europa deve necessariamente passare valichi e trafori trovandosi a pagare una sorta di sovrattassa sia che passi per la Francia, per l’Austria, la Slovenia o la Svizzera. Cosa che invece sarà risparmiata – e qui sta il “favore” – ai Paesi dell’Europa continentale dove i confini sono rappresentati, al massimo, da qualche fiume.
Ora gli Stati membri hanno due anni di tempo per trasporla in legge nazionale.
Eurovignette. Pedaggi discriminatori
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