La Commissione europea lancia una proposta di regolamento per ridefinire i grandi corridoi trans europei – anche noti come reti TEN – T – sui quali intende investire, nel periodo che va fino al 2020, 50 miliardi di euro, di cui 37 nelle sole infrastrutture (9,2 vanno alle telecomunicazioni e 9,1 alle reti di trasporto energia). Rispetto al passato cambiano alcuni tracciati relativi all’Italia, ma compaiono anche opere inedite.
Molto importanti tutte quelle opere definite prioritarie e relative al corridoio Baltico-Adriatico. A poter beneficiare di investimenti finalizzati a creare interconnessioni e a sviluppare scali merci intermodali saranno in particolare Udine, Trieste, Venezia e Ravenna. A tal proposito Paolo Costa, presidente di turno del NAPA in qualità di presidente del porto di Venezia ha dichiarato che «I porti Nord Adriatici di Venezia, Trieste, Ravenna e Capodistria cui si aggiungerà anche Fiume – non appena la Croazia entrerà nell’UE – diventano oggi ufficialmente una delle porte principali per l’interscambio delle merci europee con il resto del Mondo». «Il nostro obiettivo – ha proseguito Costa – sarà continuare nella strada che abbiamo già tracciato migliorando le connessioni tra gli scali e l’entroterra, e aumentando insieme la propria capacità di offerta infrastrutturale per diventare quel multiporto marittimo che l’Europa ci chiede di essere».
Altro capitolo di priorità – ma questo abbastanza scontato – riguarda il corridoio Mediterraneo, che per l’Italia significa essenzialmente la Torino-Lione e il potenziamento dei collegamenti ferroviari Milano-Brescia, Brescia-Venezia-Trieste e Trieste-Divacca.
Più controverso l’altro corridoio, quello che un tempo veniva definito «1» e andava da Berlino a Palermo, che ora unisce invece Helsinki a La Valletta, di fatto facendo diventare Malta una piattaforma fondamentale e mettendo in secondo piano le nostre isole maggiori (non a caso dalla Sardegna si sono levate voci di protesta).
Buone notizie invece per Napoli, città che incrocia il corridoio e che un domani dovrà essere collegata via ferro – sempre con opere strategiche – a Bari e a Reggio Calabria. Si parla di ferrovia anche per la Sicilia, ma il discorso è limitato alla Messina-Palermo. Del Ponte sullo Stretto invece non si fa menzione.
Per aiutare questo corridoio a superare le Alpi, l’Europa fornirà il supporto finanziario per contribuire ai lavori del tunnel di base del Brennero e a quelli per potenziare la linea ferroviaria Fortezza-Verona.
Passando invece al corridoio Genova-Rotterdam, la Commissione giudica prioritari i collegamenti ferroviari tra il capoluogo ligure, Milano-Novara e il confine con la Svizzera.
La proposta di regolamento adesso passa all’esame del Parlamento e del Consiglio e comunque in essa viene specificato che c’è spazio per modifiche opportune «per tenere conto di possibili cambiamenti delle priorità politiche, del manifestarsi di nuovi fattori tecnici e anche di variazioni nei flussi dei traffici».
Dal totale di questi investimenti in infrastrutture la Commissione si aspetta di creare posti di lavoro e di rafforzare la competitività dell’Europa in un momento di bisogno. Per facilitare il finanziamento, la Commissione ha adottato le condizioni dell’iniziativa Project Bond (prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti). Quest’iniziativa, la cui fase pilota parte già il prossimo anno, diventerà uno degli strumenti di condivisione dei rischi al quale il meccanismo potrà attingere per attrarre finanziamenti privati per i progetti.
Europa: 50 miliardi per ridisegnare i corridoi TEN
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