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ETS, è già allarme costi per l’autotrasporto

Il sistema, introdotto per ora solo nel marittimo, ha prodotto l’aumento delle tariffe per l’intermodale penalizzando in particolare i collegamenti con le isole. Con l’introduzione dell’ETS 2 il trasporto stradale dovrà vedersela con l’aumento dei prezzi dei carburanti “che – secondo Anita – ricadrebbe sul mercato e i consumatori finali”. Trasparenza e indicazione in fattura dei costi legati all’ETS 2 è la richiesta di Fiap, mentre Conftrasporto propone una proroga al 2030

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Il mondo dell’autotrasporto sta già gestendo l’aumento dei costi derivanti dall’introduzione dell’ETS, l’Emission Trading System in vigore da quest’anno per il trasporto marittimo, ma con l’estensione, a partire dal 2027, della tassa di scopo al trasporto stradale, tutto il sistema della logistica potrebbe vacillare.

Così le associazioni, chiamate in audizione dalle commissioni di Camera e Senato che stanno esaminando il decreto legislativo di recepimento della direttiva 2003/87, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell’Unione, cercano soluzioni per attenuare l’impatto sui costi e trasformare l’imposizione europea in una via per sostenere la transizione energetica del settore.

Allarme costi

«Da uno strumento ambientale l’ETS è diventato un costo». È lapidario Alessandro Peron, Segretario generale di Fiap e davanti alla Commissione trasporti della Camera spiega il meccanismo dietro all’aumento dei noli marittimi. «Molti armatori – dice – hanno rigirato il costo sulle tariffe. Gli autotrasportatori più strutturati sono riusciti a coinvolgere la committenza, ma per gli altri l’impennata pesa sui bilanci». L’allarme viene condiviso anche da Anita. «La misura sta penalizzando in modo particolare i collegamenti con le isole – ha detto Margherita Palladino, Responsabile delle relazioni istituzionali dell’associazione confindustriale in audizione presso la IX Commissione Trasporti della Camera – A questo proposito, Anita ritiene che tali tratte debbano essere esonerate dal sistema ETS per salvaguardare il principio costituzionale della continuità territoriale». Inoltre, guardando al 2027 quando verrà introdotto il sistema di bilanciamento delle quote per il consumo di Co2 anche per il trasporto stradale, le associazioni sono d’accordo nel puntare il dito contro l’innalzamento dei costi. «Per il trasporto stradale, l’applicazione dell’ETS2 – ha fatto sapere Conftrasporto in audizione al Senato – ove non adeguatamente temperata da misure incentivanti, comporterà un aumento dei costi di esercizio difficilmente sostenibile per gli operatori dell’autotrasporto». Inoltre, secondo l’associazione questo avrebbe l’effetto di annullare la compensazione dell’accisa, già strutturata su un sistema che agevola chi inquina di meno. Per questo Conftrasporto ha chiesto un’ulteriore proroga al 2030.

Operazione trasparenza

«Bisognerebbe sapere quanto incide l’ETS sul costo finale, quanto pesa sul consumatore». La provocazione arriva da Peron che, durante l’audizione di oggi alla Camera, ha proposto di inserire la voce in fattura, come attualmente esiste l’indicazione dell’IVA o, per le aziende quotate, anche l’indicazione dell’impronta di carbonio.

«Sarebbe utile – ha detto – capire quanto e in che modo questa tassa incide e aiuterebbe la committenza e il consumatore a scegliere quale prodotto acquistare, magari anche mettendo in atto un sistema incentivante».

Da costo ad opportunità

Le associazioni sono comunque d’accordo nel riconoscere all’ETS anche aspetti positivi che porteranno il sistema ancora di più verso la transizione ecologica, ma chiedono che le risorse derivanti dalla tassa siano gestite anche dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non solo dall’Ambiente.

«Occorre mettere in atto interventi strumentali al rinnovo delle flotte di veicoli industriali basati su una pluralità di tecnologie – ha detto Pellegrino – lavorare allo sviluppo dell’intermodalità, alla realizzazione delle infrastrutture di ricarica veloce per i mezzi pesanti e al consolidamento di una rete di distribuzione per i carburanti alternativi. In questo senso è necessario prevedere che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sia assegnatario diretto di una parte dei proventi derivanti dalle aste ETS 2 per reimpiegarli nel finanziamento di misure di sua stretta competenza: incentivare il rinnovo delle flotte dei veicoli industriali valorizzando il ruolo dei carburanti alternativi e il trasporto intermodale delle merci, con particolare riferimento al trasporto strada-ferrovia».

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