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Esenzioni fiscali a coop: per la Corte Ue non sono (in genere) aiuti di Stato

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Le esenzioni fiscali concesse alle cooperative italiane non sono automaticamente “aiuti di stato”, ma i giudici nazionali devono valutare se siano da una parte “inerenti ai principi fondamentali del sistema impositivo vigente” e dall’altra “conformi ai principi di coerenza e proporzionalità”. È la conclusione a cui è giunta la Corte di giustizia Ue con una sentenza che risponde ai quesiti sollevati dalla Corte di Cassazione italiana rispetto ai presentati da tre cooperative italiane alle quali il fisco italiano non aveva riconosciuto il diritto alle esenzioni fiscali.
In pratica nel ragionamento della Corte europea si stabilisce un distinguo tra cooperative e si precisa che non per tutte l’esenzione fiscale costituisce un aiuto di Stato. Non lo è per esempio per quelle “vere”, quelle cioè in cui gli utili della società sono redistribuiti soltanto tra i soci che svolgono attività lavorativa. Non si può dire altrettanto, invece, per quelle in cui i soci hanno con le cooperative “un rapporto solamente commerciale”.
Tra le ragioni che la Corte adduce per giustificare un trattamento favorevole alle “vere” cooperative figura il fatto che esse “non hanno o hanno scarso accesso ai mercati dei capitali cosicché il loro sviluppo dipende dai loro fondi propri o dal credito” e quindi hanno “un margine di profitto nettamente inferiore a quello delle società di capitali”.
Per stabilire tale valutazione, però, la Corte rimette la palla ai giudici nazionali ed eventualmente punire coloro che scelgono la forma cooperativa soltanto per godere delle agevolazioni.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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