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eCMR, incentivi per i «piccoli» e più interoperabilità. Così l’autotrasporto testa la lettera di vettura digitale

Le esperienze raccontate in un webinar organizzato da Unioncamere con il supporto tecnico di Uniontrasporti nell’ambito del progetto ad hoc cofinanziato dall’IRU. Codognotto testa l’eCMR In Polonia e nel Regno Unito, Fercam avvia la sperimentazione in Italia e Spagna e conta di coprire il 30% dei trasporti entro fine anno, Barbiero Spa nei collegamenti tra Brescia e Stoccarda, ma i grandi concordano: “Serve intermodalità, formazione e incentivi per le piccole realtà”

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Al via i test nelle aziende di autotrasporto per la digitalizzazione della lettera di vettura, la eCmr operativa anche in Italia dallo scorso 26 ottobre. Entro fine gennaio la sperimentazione partirà in Fercam che conta di coprire fino al 30% i trasporti in Italia e Spagna entro la fine del 2025, mentre Codognotto ha già avviato da tempo la collaborazione con due piattaforme open source per i collegamenti tra Italia, Polonia e Regno Unito. Lo spedizioniere Barbiero Spa ha invece scelto i collegamenti via strada tra Brescia e Stoccarda per avviare un test pilota. Sperimentazioni in corso anche in Chemex Srl, realtà attiva nel trasporto di merci pericolose, in Riva Logistics, azienda di medie dimensioni presente anche nel trasporto internazionale e in Gugel, azienda veneta attiva nel trasporto dei mobili. A mettere insieme le esperienze in corso è stato un webinar organizzato da Unioncamere con il supporto tecnico di Unionitrasporti, la società in house del sistema camerale italiano per la logistica e le infrastrutture, molto attiva nell’ambito della digitalizzazione dei trasporti anche con un progetto chiamato “Paving the way for the digitalization of the road transport documentation in Italy”, cofinanziato dall’IRU

Tempi dimezzati, ma senza incentivi a rischio i “piccoli”

Tempi dimezzati per la preparazione dei documenti e flessione fino al 70% dei costi amministrativi. Sono questi i vantaggi sottolineati da quasi tutte le realtà, ma in particolare portati nel dibattito da Matteo Benvenuti, Innovation manager di Codognotto Spa che ha raccontato l’attività avviata da tempo dell’azienda italiana con 40 sedi in 17 paesi diversi per la digitalizzazione dei documenti di viaggio. “Il primo step è stata l’interoperabilità dei sistemi interni – ha detto Benvenuti durante il webinar – poi abbiamo partecipato ad esperienze internazionali con Fenix che ha sviluppato un’architettura federata europea per la condivisione dei dati e con FEDeRATED che è una rete di piattaforme. Abbiamo avviato dei test con una piattaforma open source per l’eCMR sul corridoio Italia-Regno Unito e Italia-Polonia”. Tra le criticità riscontrate dal grande player del trasporto integrato che in Italia gestisce circa 1.000 camion, compare la formazione degli autisti e l’integrazione di filiera. “L“eCMR è una tecnologia di filiera – ha aggiunto Benvenuti – e non deve pesare solo sul trasportatore. Occorre predisporre inventivi per le piccole realtà che altrimenti rischiano di uscire dal mercato”. 

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fercam che ha iniziato la sperimentazione all’estero tra Francia e Spagna e tra Germania e Austria circa tre anni fa. “In Italia i test inizieranno alla fine di gennaio – ha annunciato Hansjorg Faller, Direttore dei trasporti internazionali dell’azienda altoatesina – ma entro la fine dell’anno contiamo di coprire con l’eCMR il 30% del nostro traffico tra Italia e Spagna”. La piattaforma utilizzata sarà quella predisposta da Accudire, azienda del Gruppo Circle, la stessa già in uso in Barbiero Spa, spedizioniere attivo anche nel trasporto stradale con una propria flotta. “Abbiamo attivato la sperimentazione tra Brescia e Stoccarda – ha confermato il Ceo Alessandro Barbiero, anche Vicepresidente di sezione giovani di Fedespedi – ma abbiamo riscontrato la reticenza di vettori stranieri, la carenza di intermodalità nei sistemi e di connessione con le forze dell’ordine”.

Interoperabilità e formazione i punti deboli

Coinvolgere autisti e clienti nella digitalizzazione. Sembra essere questa la sintesi di quello che le medie realtà stanno facendo per introdurre l’eCMR. E’ il caso di Riva Logistics, una realtà media attiva anche nel trasporto internazionale con 75 camion che ha avviato il test circa un anno fa utilizzando la piattaforma Transfollow. “Abbiamo riscontrato diverse criticità – ha confermato il Ceo Claudio Riva – in particolare nell’interoperabilità dei dati e nella mancanza di istruzioni per gli autisti e i destinatari delle merci. A fronte di questo, i clienti hanno il benefit di avere un archivio digitale di tutte le transazioni che fanno con noi”. Anche per Gugel, realtà veneta specializzata nella consegna dei mobili anche a livello internazionale, la formazione del personale costituisce il punto di partenza per la sperimentazione che sarà avviata a breve sui carichi completi diretti a un solo cliente. “Stiamo pensando di attivarla anche sul groupage – conferma il direttore operativo Giuliano Guidotto – ma diventa più difficile. Inoltre, stiamo lavorando molto sulla formazione per far accettare agli autisti il cambiamento. Lo vediamo anche come un modo per rendere questa professione più attrattiva e avere un vantaggio competitivo rispetto ad altri fornitori”. 

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