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E ora sul Sistri indaga la Procura

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Ancora pioggia sul Sistri. Stavolta la questione diventa pesante. Sono in corso perquisizioni nelle sedi delle società Selex Management (gruppo Finmeccanica), Viacom e al ministero dell’Ambiente, accompagnate da tre iscrizioni sul registro degli indagati.  A disporre il tutto è stata la Procura di Napoli, che indaga su presunte irregolari nell’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione del Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti da poco rinviato, sul quale il governo ha imposto un segreto di Stato che di fatto rende poco conoscibili molti dettagli.
Le iscrizioni emesse dal procuratore aggiunto di Napoli Federico Cafiero de Raho e dai sostituti Catello Maresca e Marco Del Gaudio per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, all’abuso d’ufficio e alle fatturazioni inesistenti, si riferiscono a Francesco Paolo Di Martino, ad della società Viacom, a Sabatino Stornelli, ad della Selex Management, e a Luigi Pelaggi, dirigente del ministero dell’Ambiente. «Risulta che l’affidamento della progettazione, dell’esecuzione dell’infrastruttura del sistema Sistri e la relativa gestione – chiarisce il decreto – sono avvenuti con affidamento diretto, pertanto in violazione della normativa sui contratti pubblici». Per questo motivo, i pm intendono «verificare con quali modalità l’accordo è stato concluso e le condizioni contrattuali accettate, in particolare il rapporto tra il valore della fornitura di beni…

Dal ministero dell’Ambiente, però, promettono massima collaborazione con gli inquirenti e smentiscono alcuni particolari. Innanzi tutto, una nota ricorda che «il progetto, avviato dal precedente Governo, che aveva già effettuato la scelta della Selex, è stato mandato avanti dall’attuale Governo, avendone valutata e riconosciuta l’utilità sociale per contrastare l’illegalità nel settore dei rifiuti. Per queste ragioni il Ministero fornirà, come del resto ha sempre fatto, la massima collaborazione alle autorità inquirenti nelle quali nutre la massima fiducia».

In più dal ministero precisano che «Luigi Pelaggi, capo della segretaria tecnica del Ministero dell’Ambiente, non ha ricevuto l’avviso di garanzia di cui sarebbe destinatario secondo notizie di stampa, ed ha sempre agito nell’assoluto rispetto delle normative e della correttezza professionale. Nessuna perquisizione è avvenuta oggi negli uffici del ministero dell’Ambiente, ma solo una richiesta di atti che sono stati forniti alle forze dell’ordine. I medesimi atti peraltro erano stati forniti in passato alla Corte dei Conti, al Tar del Lazio e alla Commissione Bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti».

«In questo, come in tutti gli altri casi – conclude la nota – al ministero dell’Ambiente porte aperte e trasparenza per tutelare la legalità».

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

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