Nei convegni è un tema abusato: l’Italia non cresce in logistica perché muove le merci quasi esclusivamente franco-fabbrica e non franco destino, come si usa un po’ ovunque in Europa. Si vede che, a forza di parlarne, qualcuno se n’è accorto anche nel Palazzo, visto che all’interno del Decreto Sviluppo compare un piccolo emendamento, molto importante sugli sviluppi del nostro export e della nostra logistica. Si tratta in pratica di un contributo concesso alle imprese produttrici che “sposeranno” il franco destino, aderendo alla formula C.I.F., in base alla quale nel prezzo di vendita è incluso anche il trasporto al magazzino del compratore e quindi è il venditore che si attiva per organizzarlo fino a destinazione, abbandonando
Il contributo è in questione è modulato in relazione al valore delle merci trasportate:
ammonta al 2% se il valore delle merci esportate è pari a 100.000 euro;
all’1,5 % se il valore delle merci esportate è pari a 200.000 euro;
all’1% se il valore delle merci superiore a 200.000 euro.
Il Decreto Sviluppo è attualmente all’esame del Parlamento e dovrebbe essere approvato entro la fine di luglio. Il problema per il sostegno al franco-destino è quello di trovare una copertura finanziaria, seppure non particolarmente ingente.
Non dovrebbero avere alcun problema, invece, altri emendamenti di interesse diretto per l’autotrasporto. E in particolare quello che semplifica le autorizzazioni periodiche per i trasporti eccezionali, quello che impone alle Provincie la cancellazione dagli Albi provinciali dell’autotrasporto delle aziende con “zero camion” e quello che cancella i previsti aumenti (anche considerevoli) dell’Imposta Provinciale di Trascrizione da pagare in caso di passaggio di proprietà di un veicolo.