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Decreto Salva Italia e trasporti: chiesto dalle associazioni il rimborso mensile delle accise

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Da questa mattina il decreto Monti, ribattezzato anche decreto Salva Italia, è legge dello Stato. Il primo effetto lo si percepisce immediatamente ai distributori di carburante, visto che sono state ritoccate – per la quinta volta in pochi mesi – le accise. Quella sul gasolio, in particolare, lievita di 11,2 centesimi al litro, mentre quella sulla benzina di 8,2 centesimi al litro. Molto più leggero l’incremento per gpl e metano che arrivano per il primo a 267,77 x 1.000 kg e per il secondo ad appena 0,00331 euro per metro cubo. In pratica per quanto attiene il gasolio il valore delle accise va a euro 593,20 x 1.000 litri, con un aumento di 112,1 euro

per 1.000 litri.

Ma in programma c’è già un altro ritocco di 0,50 centesimi a partire dal gennaio 2013. Prima di quella data, però, ci sono altre scuri che potrebbero far lievitare il prezzo dei carburanti. A partire da gennaio le Regioni potranno imporre una propria accisa per finanziare il trasporto pubblico locale fino a un centesimo al litro. In più, a meno dell’arrivo di un imprevisto vento di ripresa, a partire da ottobre prossimo dovrebbe scattare anche un incremento dell’Iva dal 21 al 23% (e poi a partire dal 2014 al 23,5%), che dovrebbe ritoccare nuovamente in alto il prezzo di gasolio e benzina.

Non rimane che sperare che il prezzo del petrolio non segua una curva di crescita, altrimenti anche il muro dei 2 euro al litro potrebbe essere sfondato.
Attenzione, però. Il decreto specifica che il maggior onere conseguente agli aumenti dell’aliquota di accisa sul gasolio sarà rimborsato agli autotrasportatori con il consueto meccanismo del credito di imposta. Rimane però il fatto che il rimborso differito nel tempo costringe a esposizioni finanziarie gravose aziende già in precario equilibrio di liquidità. Anche per questa ragione le associazioni di categoria – Anita in particolare – si stanno attivando per chiedere al governo un rimborso mensile delle accise.

Come al solito, poi, rimangono esclusi i veicoli con massa inferiore alle 7,5 ton. Una misura che di fatto esclude dal rimborso 18.633 imprese.
Delusione, invece, per il mancato intervento in tema di liberalizzazione, quello – annunciato, ma reso impossibile da oneri burocratici da sciogliere e comunque (parola del ministro Passera) soltanto rinviato – che avrebbe dovuto dare la possibilità ai gestori degli impianti di distribuzione di approvvigionarsi all’ingrosso da qualunque rivenditore, liberandosi quindi dal vincolo di rivolgersi all’unica casa petrolifera con cui erano legati contrattualmente.

Sempre sullo stesso tema delle liberalizzazioni, invece, compare una norma riferita ai settori del trasporto marittimo, ferroviario e aereo. Con essa il governo si impegna entro sei mesi a individuare con un regolamento quella che, tra le Autorità esistenti, possa meglio svolgere un ruolo da regolatore del mercato e in particolare vigilare sulla garanzia delle condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture e alle reti ferroviarie, aeroportuali e portuali; definire i criteri per la fissazione da parte dei soggetti competenti delle tariffe, dei canoni e dei pedaggi; definire gli schemi dei bandi delle gare per l’assegnazione dei servizi di trasporto in esclusiva e delle convenzioni da inserire nei capitolati delle gare stesse.

Inoltre, viene rafforzata l’Antitrust (che potrà impugnare provvedimenti della Pubblica Amministrazione restrittivi della concorrenza e sollevare questioni di legittimità costituzionale di leggi che contrastino il libero sviluppo dei mercati) e vengono rimossi tutta una serie di vincoli in più settori. In particolare, per quanto riguarda i servizi suscita curiosità la norma che cancella la possibilità di imporre dei “prezzi minimi o commissioni per la fornitura di beni e di servizi”. Come va letta? Difficile fornire risposta precisa. Certo, un’indicazione così generica si presta a interpretazioni diverse. E quindi i litigi tra vettori e committenti potrebbero ulteriormente riscaldarsi. Non che ce ne fosse bisogno.

C’è poi il capitolo Infrastrutture. Tra le norme più interessanti quelle relative alla semplificazione delle procedure, alla riduzione dei costi delle gare e alle modalità da attuare per attrarre capitali privati. Decisamente interessante poi quella che mira a promuovere la realizzazione d’infrastrutture di collegamento tra i porti e le aree retroportuali”, garantendo alle Autorità Portuali la facoltà di “costituire sistemi logistici che intervengono, attraverso atti d’intesa e di coordinamento con le regioni, le province ed i comuni interessati nonché con i gestori delle infrastrutture ferroviarie”.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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