Prima il decreto del Fare, adesso il rinvio dell’aumento dell’Iva previsto per il 1° luglio.
Il primo pacchetto di misure è stato in parte finanziato con un aumento delle accise a partire dal 2014, che verrà quantificato per coprire 75 milioni di euro. La seconda misura è ancora allo studio. La decisione finale è per oggi, in modo che tutto possa essere ratificato nel consiglio dei ministri previsto per il 26 giugno. La soluzione ipotizzata è di rinviare l’aumento a ottobre, ma a questo scopo serve un miliardo fatto di soldi veri, cioè di nuove tasse e ulteriori tagli di spesa. Con ogni probabilità si sceglierà di fare un cocktail di diversi ingredienti. E tra questi spunta anche un ulteriore aumento delle accise. L’ennesimo.
I sempre solerti produttori di statistiche della CGIA di Mestre hanno fatto i conti. Dal 2011 a oggi gli aumenti delle accise sono stati ben sette, cui va aggiunto anche un incremento dell’Iva, che potrebbe essere seguito da un secondo in tempi brevi (luglio o appunto ottobre). Ebbene l’Ufficio studi della CGIA ha fatto calcolato quanto tutto ciò ha pesato sulle tasche degli italiani e quanto abbia depresso il loro potere di acquisto. Uominietrasporti.it ha provato a seguire lo stesso metodo di calcolo per riferirlo a un veicolo da trasporto pesante. Abbiamo cioè ipotizzato un veicolo da 44 ton che ogni percorre 110.000 km (neanche tantissimi) mettendo nel serbatoio 36.666 litri di gasolio, viaggiando quindi a 3km/litro. Ebbene dal 2011 ha visto lievitare la propria spesa in gasolio di 10.687 euro, che diventeranno 10.941 laddove scatterà l’aumento dell’Iva. Dal 2014, poi, con l’ulteriore incremento previsto dal decreto del Fare la spesa annua complessiva diventerà di 11.199 euro.
Ora è vero che una parte di questi soldi viene rimborsata, ma con due precisazioni:
– innanzi tutto chi opera con veicoli sotto le 7,5 ton non vede tornare indietro un euro;
– quelli che viaggiano con mezzi sopra le 7,5 ton ottengono un rimborso posticipato, nel senso che comunque pagano oggi per riavere i soldi soltanto dopo almeno quattro mesi.
Ovviamente in questi conti non sono stati calcolati i possibili aumenti delle accise dovuti al rinvio dell’Iva. Ma sarebbe auspicabile non doverli calcolare neanche domani, quando cioè il consiglio dei ministri prenderà la decisione al riguardo. Vi terremo informati.