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Dai pedaggi a tempo a quelli a distanza: il Parlamento UE applica per le strade il principio chi inquina paga

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Dalla tariffazione stradale basata sul tempo si passerà a quella basata sulla distanza: è questo il principio ispiratore del progetto di direttiva approvato dal Parlamento europeo lo scorso 25 ottobre con 398 voti favorevoli, 179 contrari e 32 astensioni.

Il nuovo principio, da negoziare adesso con il Consiglio, dovrà applicarsi ai veicoli pesantie ai furgoni destinati al trasporto di merci di dimensioni superiori alle 2,4 tonnellate (camion e autobus) a partire dal 2023 e ai veicoli commerciali leggeri (furgoni e minibus) dal 2027, così da garantire che i veicoli siano tassati in funzione dell’uso effettivo della strada e dell’inquinamento da essi generato. I mezzi, quindi, con basse o zero emissioni di CO2 avranno delle differenti tariffe stradali. 

Prima di questa data, però, sono già previste delle tappe di avvicinamento. A partire dal 2020, per esempio, il pedaggio stradale negli Stati membri dovrà restringere il ventaglio delle esenzioni, che attualmente esclude dalla tariffazione i veicoli di peso inferiore alle 12 tonnellate e che invece dovrà scendere, come detto, fino a 2,4 tonnellate. Dal 2021, poi, i pedaggi stradali dovrebbero prendere in considerazione anche l’inquinamento acustico e atmosferico causato dai veicoli pesanti e dai grandi furgoni per il trasporto merci; lo stesso criterio dal 2026 sarà applicato a qualsiasi veicolo.

Questa scelta rispetta gli obiettivi prefissati dall’UE relativamente alla riduzione delle emissioni di CO2 nel settore dei trasporti e di rendere più equi i diritti di utenza stradale. 

Le norme attuali consentiranno, inoltre, di applicare degli sconti nelle zone periferiche della città e in quelle scarsamente popolate per gli utenti che, abitualmente, utilizzano dei veicoli leggeri e di imporre dei limiti di prezzo per gli utenti occasionali e i conducenti di altri Paesi UE.

 

L’UETR (European road haulers association), associazione europee che raggruppa organizzazioni dell’autotrasporto di tutta Europa (per l’Italia: Assotir, Confartigianato Trasporti e CNA-Fita) accoglie positivamente il nuovo progetto di direttiva, proprio perché interessa tutti i veicoli: dalle imprese di trasporto su strada, ai veicoli pesanti, a ogni altro utente. : «L’UETR ha sempre sostenuto un principio integrale e non discriminatorio – sottolinea il segretario generale Marco Digioia– basato sul principio “chi inquina paga”, che garantisca equità ed efficienza». Parzialmente scettico, invece, Julio Villaescusa, presidente dell’UETR, almeno relativamente alle norme che consentono agli Stati membri di fissare delle riduzioni esclusivamente per i veicoli leggeri, in quanto in questo modo si rischia di generare un maggior utilizzo di questi mezzi. Inoltre, auspica che i negoziati tra Parlamento e Consiglio garantiranno «un equilibrio coerente tra mantenimento della competitività delle imprese ed effettiva riduzione degli impatti ambientali».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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