A guardare i dati c’è da essere ottimisti. La consueta indagine sull’andamento del trasporto delle merci in Italia elaborata dal Centro Studi Confetra guardando al primo semestre 2015 vede un rosa divenuto molto più intenso rispetto a quello – già percepibile – nel precedente semestre. In pratica, fatta eccezione per il transhipment e il trasporto marittimo di rinfuse solide, il cui andamento in rosso è in buona parte da imputare alla crisi del porto di Taranto, tutte le altre modalità mostrano segni positivi, sia in termini di traffico sia di fatturato. E soprattutto rispetto al passato non è soltanto l’export a infondere la maggiore spinta alla ripresa, ma anche i traffici interni. Lo dimostra chiaramente l’andamento dell’autotrasporto, che registra una crescita del numero dei viaggi nazionali di un rotondo 4% (+1,3% è l’incremento sull’internazionale), supportata da un analogo incremento anche dei fatturati (+3,9%). Segno che non soltanto si fanno più trasporti, ma anche che la relativa tariffa si muove di pari passo, facendo riemergere margini migliori per l’attività. Ma lo dimostrano ancora di più le performance del trasporto marittimo (+8,8%) e dei corrieri, che hanno visto lievitare il numero delle consegne dell’8,5%. Segno che la domanda interna e il livello dei consumi sta tornando a generare numeri in crescita.
Eppure tutto questo non basta a dire che siamo fuori dalla crisi. Se infatti si osservano gli andamenti dei diversi comparti di trasporto negli ultimi dieci anni, ci si accorge che in realtà rispetto ai volumi del 2007 soltanto il cargo aereo e il traffico container di destinazione possono vantare un livello attuale migliore. Tutte le altre modalità sono più o meno sotto, con strada e mare che viaggiano con 15 punti in meno, fatto 100 i volumi ante crisi. Per la ferrovia, invece, la flessione viaggia intorno ai 43 punti in meno.
Eppure la rotta sembra invertita. Lo dicono le attese delle imprese che rispetto all’attuale semestre del 2015 prevedono un miglioramento dei traffici nel 32% dei casi, quando il 66% scommette su una stabilità. Lo dicono i pedaggi autostradali che, stando ai dati Aiscat relativi all’andamento del traffico dei veicoli pesanti sulle autostrade italiane indicano una crescita del +2,0% nel primo trimestre del 2015. Ma lo dicono anche i transiti ai valichi di frontiera che, con l’eccezione del Traforo del Gran San Bernardo, vedono tutti dati positivi, come pure – e con percentuali decisamente maggiori – le tonnellate di merci in transito dagli aeroporti, con Malpensa, Venezia e Orio al Serio a tirare la volata (con crescite rispettivamente del 6,7%, del 13,6% e del 18,1%). E lo confermano pure il numero crescente di veicoli merci immatricolati, la riduzione dei tempi di incasso (81 giorni contro gli 86 del semestre precedente), il numero di insolvenze rispetto al fatturato (1% contro il 2,1%), la riduzione delle sofferenze bancarie del settore rilevata dalla Banca d’Italia, dopo una ininterrotta serie di aumenti durata 10 semestri.