«Guarda, figlio mio. Un giorno tutto questo sarà tuo». Una battuta abusata dai vignettisti, che su questa immagine – un padre con il braccio sul figlioletto e di fronte una distesa di qualche cosa di improbabile che si offre all’ilarità del lettore – ha costruito centinaia di ilarità: dal mendicante che mostra al piccolo una discarica, al ladro (con mascherina d’obbligo) che indica al suo pargolo (anch’egli con mascherina) l’angolo di un palazzo dietro cui appostarsi. Due esempi di ironia, validi però solo per mendicanti e ladri. Perché trasferire un’azienda ai propri figli è tutt’altro che semplice, anche quando in famiglia c’è pieno accordo e l’erede (o gli eredi) hanno guadagnato le competenze per guidare l’impresa di famiglia.
Naturalmente il processo è più complesso e delicato quanto maggiori sono le dimensioni e le articolazioni dell’azienda, ma la principale difficoltà è proprio nel suddividere le responsabilità e i relativi ruoli durante la fase di transizione generazionale. Gli strumenti che la legge mette a disposizione delle famiglie imprenditoriali sono numerosi, proprio a confermare le diversità delle situazioni che si possono creare o dei risultati che si intendono perseguire.
Gli strumenti principali
I principali strumenti a cui si fa ricorso nell’autotrasporto (e non solo) per regolare la successione sono la holding di famiglia, il trust e il patto di famiglia. La holding di famiglia permette, durante la fase del passaggio generazionale, l’accentramento del controllo societario, evitandone la dispersione in quote tra tutti gli eredi e ha il vantaggio di prevedere sgravi fiscali attraverso lo strumento della donazione con riserva di usufrutto delle partecipazioni detenute. Si tratta di una società finanziaria che detiene parti del capitale di altre imprese al fine di controllarne la gestione e indirizzarne le attività conformemente alla strategia unitaria del gruppo. Il controllo – diretto e unitario – sulle società operative è concentrato nelle mani del socio fondatore, ma soprattutto i conflitti tra familiari sono affrontati all’interno della holding, non ostacolando così l’attività delle società. Per di più la holding può essere costituita da società di capitali, ma anche – caso più ricorrente nell’autotrasporto – da società di persone: una holding di famiglia può infatti essere costituita come società semplice, in nome collettivo o in accomandita semplice.
Il trust è l’istituto con cui l’imprenditore («disponente») designa un soggetto di sua fiducia (trustee) che amministri, secondo le sue prescrizioni, i beni conferiti nel trust (beni mobili e immobili, partecipazioni societarie, opere d’arte ecc.), destinati ai beneficiari individuati dal disponente. Anche in questo caso, con determinati requisiti, si può beneficiare dell’esenzione dall’imposta sulle successioni. Istituito nel sistema anglosassone dal 1992 è in vigore in Italia in virtù della ratifica della Convenzione dell’Aja.
Il trust è uno strumento particolarmente utile ai fini della trasmissione di un patrimonio imprenditoriale, per esempio nel caso in cui il subentrante a cui si vuol trasmettere l’azienda (un figlio, un nipote) è ancora minorenne. Lo strumento consente infatti di rinviare il subentro al raggiungimento della maggiore età da parte del subentrante e l’azienda, non rientrando più nel patrimonio del titolare, non potrà finire nelle mani di familiari non idonei.
Il patto di famiglia è un contratto con cui l’imprenditore designa con atto pubblico notarile (sottoscritto, però, con atto pubblico da tutti gli eredi) la o le persone che proseguiranno l’attività aziendale ed è tra i più consigliati nell’autotrasporto, perché evita eventuali pretese e liti con altri eredi e, con determinati presupposti, consente di usufruire di un trattamento fiscale vantaggioso. Introdotto in Italia nel 2006, il patto di famiglia è di fatto un contratto tra l’imprenditore e i suoi eredi che dà la possibilità di definire ex ante le regole con cui gestire il trasferimento dell’impresa, salvaguardandola quindi da eventuali conflitti tra soci-eredi, anche grazie alla deroga dai patti successori che questa procedura prevede.
Gli altri strumenti giuridici
Esistono, però, altri strumenti giuridici, anche se meno usati soprattutto nell’autotrasporto, ai quali si può far ricorso per la transizione generazionale, come la donazione (permette la trasmissione a titolo gratuito di beni da parte di un soggetto vivente), l’atto di destinazione (prevede la creazione di un patrimonio separato, imprimendo ad alcuni beni un «vincolo di destinazione», che isola questi beni e li protegge dai creditori del titolare), il fondo patrimoniale (un insieme di beni costituito dai coniugi o anche da un terzo, al fine di soddisfare i bisogni della famiglia che non può essere rivendicato dai creditori), il contratto di affidamento fiduciario (affida ad un soggetto la destinazione di un numero di beni a vantaggio di uno o più beneficiari), gli accordi di governance (una rivisitazione del sistema delle regole aziendali), i patti parasociali (accordi tra soggetti appartenenti alla stessa società al fine di regolare l’agire comune) e tanti altri meccanismi di trasformazione societaria per rendere la struttura più idonea ad accogliere gli eredi.
Gli strumenti giuridici, insomma, sono numerosi, ma per scegliere quello più adatto alla propria situazione di famiglia è bene farsi accompagnare da una consulenza qualificata. «La scelta dello strumento giuridico con cui gestire il passaggio generazionale», osserva una nota di Assoholding, società di consulenza per le imprese, «è strettamente legata alle caratteristiche della famiglia presa in considerazione, vale a dire dalla dimensione e qualificazione del suo patrimonio, dal tipo di beni in oggetto, dal numero di familiari e dalle dinamiche tra loro esistenti, e dalle esigenze specifiche e dalle finalità perseguite».
Questo articolo fa parte del numero di novembre 2023 di Uomini e Trasporti: uno speciale monografico di 64 pagine interamente dedicato al tema del passaggio generazionale nelle aziende di autotrasporto.
Leggi l’editoriale: I giovani sono fannulloni? E mo’ basta!
Sfoglia il numero di novembre 2023
Consulta i numeri monografici del 2023: Marzo | Maggio | Luglio
Abbonati alla rivista: https://www.uominietrasporti.it/abbonamento/