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Caso Fedex, sindacati in allarme: «Si rischia di fermare l’attività»

Le accuse di frode fiscale, emissione di fatture inesistenti e serbatoi di manodopera al colosso americano delle spedizioni preoccupano Filt-Cgil e Uiltrasporti che parlano di operatività dell’azienda a rischio

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Continua a fare scalpore l’inchiesta della Procura di Milano che ieri ha portato al sequestro d’urgenza di oltre 46 milioni di euro ai danni della filiale italiana di FedEx, con l’accusa di frode fiscale e utilizzo di fatture inesistenti negli appalti di lavoro tra il 2022 e il 2023, per una mancata contribuzione previdenziale di oltre 78 milioni di euro. Come abbiamo spiegato in una precedente news, non si tratta della prima inchiesta al riguardo , visto che anche Amazon, Bartolini, GLS e SDA erano state oggetto di indagini simili negli anni scorsi, con risarcimenti complessivi per oltre 552 milioni di euro.

Oggi è il turno dei sindacati ad occuparsi della vicenda, con in generale una forte preoccupazione per quanto riguarda l’operatività dell’azienda nel nostro Paese.

Filt Cgil: «Da sempre impegnati per la legalità del settore»

«È necessario mantenere in attività la sede tricolore di Fedex», scrive la Filt Cgil, che ricorda anche come si stia ancora discutendo con lo spedizioniere statunitense sulle questioni che riguardano la riduzione della forza lavoro di 200 addetti, la revisione del network e la chiusura di sei filiali.

«Confidiamo nell’operato della magistratura – afferma una nota dell’associazione sindacale – Già nel 2020, attraverso un avviso comune sottoscritto con le associazioni dei datori di lavoro, sollevammo il tema della legalità del comparto. Inoltre a più riprese abbiamo richiesto unitariamente la riconvocazione del tavolo della legalità, alla presenza di tutti i soggetti coinvolti, e lanciato la campagna delle internalizzazioni come mezzo principale per combattere l’illegalità e la precarietà del settore».

«Il contratto nazionale logistica, trasporto merci e spedizione approvato in questi giorni – conclude la Federazione dei trasporti della Cgil – ha ulteriormente innovato e rafforzato il tema degli appalti con un sistema di norme che vincolano i committenti alla qualificazione della loro filiera, a partire dall’applicazione dei contenuti della legge 231 rispetto agli organismi di controllo e sorveglianza ed al corretto versamento contributivo e fiscale».

Uiltrasporti: «Accorciare filiera logistica per legalizzare il settore»

Accorciare la filiera delle attività logistiche è invece la soluzione alle condotte illecite proposta da Uiltrasporti. «È importante – sottolinea il sindacato – porre un freno a questa devianza del settore che punta alla massimizzazione del profitto, anche illecito, a scapito del lavoro, delle tutele e della sicurezza. Per questi motivi abbiamo fortemente voluto, nel CCNL appena rinnovato, norme che garantiscano il pieno rispetto della legge e della disciplina sugli appalti». 

«È dal 2018 – aggiunge poi Uiltrasporti -che stiamo richiedendo l’applicazione nel settore della logistica del reverse charge, l’inversione contabile che prevede la possibilità del pagamento dell’Iva da parte del committente. In attesa dei risultati dell’inchiesta auspichiamo che non venga pregiudicata l’occupazione di tutti i lavoratori, diretti e indiretti, già penalizzati dalla chiusura delle sei filiali».

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