A volte «Italians do it better», almeno per quanto riguarda la sicurezza e professionalità del trasporto merci. Secondo i camionisti americani, infatti, la formazione degli autotrasportatori negli Stati Uniti è insufficiente e la sicurezza inadeguata. Lo rivela un’indagine del NIOSH (National Institute of Occupational Safety and Health), l’istituto federale USA per la ricerca nel campo degli infortuni e delle malattie professionali.
Un sondaggio effettuato nei confronti degli autotrasportatori che lavorano sul territorio statunitense sulle lunghe distanze ha infatti evidenziato che la questione sicurezza è largamente sottovalutata. In particolare, vengono sottostimate le lesioni non dovute a scontri e l’incidentalità dei trasporti pesanti, mentre prevale la non conformità rispetto alle norme sulle ore di guida e, soprattutto, l’inadeguatezza della formazione di primo livello. Lo studio – che è il primo a occuparsi di incidenti di camion, infortuni sul lavoro, ambiente di lavoro, formazione e comportamenti dei trasportatori – ha rivelato tra l’altro che il 68% delle lesioni extra-incidenti tra i conducenti, che hanno comportato giorni di astensione dal lavoro, non sono stati segnalati ai datori di lavoro. Circa il 35% degli autisti ha subito almeno un incidente in carriera e il 38% ha affermato che la formazione ricevuta all’inizio del loro lavoro è stata carente.
Quasi il 75% dei conducenti intervistati ha inoltre ammesso che le loro consegne hanno tempi “irrealisticamente stretti”. I ricercatori del NIOSH ne deducono che i conducenti hanno così la tendenza a intraprendere azioni “non sicure”, come l’eccesso di velocità o la guida in stato di stanchezza. E infatti il 24% degli intervistati ha confessato che spesso continuavano a guidare nonostante l’affaticamento, il cattivo tempo o il traffico pesante, proprio a causa della necessità di caricare o consegnare un carico in un determinato momento. Tanto che il 5% dei trasportatori ha riferito di guide a 15 km all’ora o più sopra il limite di velocità.
Il sondaggio ha riguardato 1.265 camionisti di lungo raggio, intercettati in 32 aree di sosta lungo tutti gli Stati Uniti.