Portava un carico prezioso il giovane autista che ieri viaggiava tra il porto di Ravenna e Montecchio, ma non se n’era accorto: un ragazzino afgano che si era nascosto all’interno del cassetto porta attrezzi del semirimorchio. Senonché, partito dal porto romagnolo, dopo circa un centinaio di chilometri di viaggio, l’autista si è reso conto che in tanti gli facevano segnalazioni per indicargli che da dietro si vedeva qualcosa muoversi. E così si è convinto a fermarsi, a controllare e in effetti ha sentito rumori sospetti. A quel punto, visibilmente intimorito, ha immediatamente chiamato la polizia.
Gli agenti lo hanno intercettato all’uscita di Reggio Emilia e lì hanno verificato che effettivamente all’interno di quel piccolo contenitore metallico – peraltro chiuso con un lucchetto – c’era una presenza umana. Così hanno forzato la chiusura e hanno visto spuntare un ragazzino vispo che, a gesti, ha spiegato di avere 14 anni e di provenire dall’Afghanistan.
L’autista ha assistito al tutto terrorizzato, continuando a ripetere a quali conseguenze avrebbe subito se al povero profugo fosse successo qualcosa. Invece, portato in ospedale, i primi accertamenti medici verificano uno stato di salute più che buono del ragazzino e quindi lo si indirizzava nelle strutture deputate alla sua accoglienza.
L’autista, nel frattempo, dopo aver rimugginato a lungo su quando e come il ragazzo si fosse introdotto nel veicolo, ha ripreso il suo viaggio per andare a consegnare un container. Ma sicuramente la memoria di quanto accaduto lo seguirà per molto tempo.