Produrre pasta verde è un obiettivo che Barilla si pone da qualche anno e si ingegna per raggiungerlo con strategie diversificate. Fino a qualche settimana fa, infatti, la società emiliana aveva spesso manifestato la volontà di affidare i propri prodotti, soprattutto destinati alla distribuzione nazionale, a trasportatori muniti di veicoli a ridotto impatto ambientale, perché alimentati con carburanti alternativi, in particolare il metano liquefatto (LNG). Adesso, invece, la multinazionale emiliana mette in campo, in particolare su missioni internazionali, un approccio intermodale, trasferendo cioè i propri colli in partenza all’interporto di Parma, affinché da qui, sotto la gestione della società barese GTS, siano trasferiti via ferrovia al terminal DB Netz di Ulm, in Germania, così da minimizzare il trasporto su camion. E Ulm – per ironia della sorte – è la citta in cui è stato presente per anni il sito Iveco in cui vedevano la luce i veicoli pesanti della casa e che domani dovrebbe servire a produrre il Nikola Tre.
A supportare GTS è SBB Cargo International, azienda leader nel trasporto combinato lungo l’asse nord-sudattraverso le Alpi svizzere,che ha confermato la disponibilità di due nuovi treni merci a settimana sulla base di un accordo pluriennale, siglato già prima dell’inizio della crisi Covid-19.
Da Ulm poi verrà affrontata la distribuzione finale su gomma per coprire il mercato tedesco, il secondo in Europa per Barilla dopo l’Italia.
Attualmente i treni chiamati a gestire il servizio saranno composti da 16 vagoni in grado di caricare due container ognuno e andranno avanti e indietro tra Parma e Ulm due volte a settimana (martedì e venerdì). Nei calcoli dell’azienda emiliana, attraverso l’opzione intermodale vengono eliminati dalla direttrice tra Italia e Germania circa quattromila camion all’anno e di conseguenza migliaia di tonnellate di CO2.