L’Italia dell’autotrasporto ha primati poco invidiabili: in Europa viaggia alla velocità commerciale inferiore e al tempo stesso vanta i costi di esercizio più elevati. È quanto emerge dalla consueta indagine comparativa commissionata dall’Albo ed elaborata dal CSST e tutto sommato non stupisce, perché se il numero di ore di attività rimane identico nella’rco di un anno è ovvio che una ridotta velocità commerciale abbatte la produttività e quindi fa crescere il costo di utilizzo delle risorse, per forza di cose legato al tempo.
Oggi la velocità commerciale di un camion in Italia tocca i 48 km/h, quando Francia e Germania raggiunge i 53 km/h e la media europea arriva ai 50 km/h. E maggiore lentezza – come si diceva – comporta maggiori oneri. Prova ne sia che in Italia il costo al km è di 1,579 euro, il 9% in più rispetto all’Austria, ll’11-12% in più rispetto a Germania e Francia, il 29% rispetto alla Slovenia, il 42% rispetto a Ungheria e Polonia, il 78% rispetto al fanalino di coda di costi rappresentato dalla Romania.
L’indagine ha preso in considerazione veicoli di cinque diverse marche, sempre autoarticolati a 5 assi e 44 ton e ha analizzato in particolare i costi di gasolio, pedaggi, tasse sul veicolo, ammortamenti, manutenzione ed eventuali riparazioni, pneumatici, assicurazione e costo del conducente. L’ipotesi di confronto con gli altri Stati ha considerato percorrenze da 100.000 km all’anno.