Dopo il tragico incidente fatale che ha coinvolto qualche giorno fa un autotrasportatore sardo, un’altra drammatica morte sul lavoro ha funestato il mondo del trasporto pesante. La vittima è un’autotrasportatrice di 61 anni, Sylvia Pallischeck, di origine tedesca, ma da tempo stabilitasi a Brogliano, nel Vicentino. La donna era dipendente dell’azienda di trasporti Salamone Group di Bagheria (Palermo).
L’incidente è accaduto a Padova nella serata di martedì, intorno alle 18.45, all’interno dell’azienda di logistica Angelo Finesso. Secondo la ricostruzione delle Forze dell’Ordine, il camion dell’autotrasportatrice era parcheggiato temporaneamente nel piazzale davanti all’ingresso dell’azienda e Pallischeck era scesa per controllare il rimorchio. Al momento in cui stava per risalire in cabina un altro Tir l’ha investita in pieno. L’autista dell’autoarticolato, accortosi dell’impatto, è sceso immediatamente dal camion per prestarle i primi soccorsi e chiamare il 118 che è intervenuto prontamente, ma ciò nonostante per la 61enne non c’è stato nulla da fare.
Il camionista che ha investito la vittima, A.V., un 39 enne di origini rumene, ma residente nel Padovano, era arrivato da Verona e, secondo alcuni testimoni, sarebbe sceso dal camion per pochi minuti per controllare le bolle, lasciando il mezzo acceso. Rimettendosi al volante, nel fare manovra non si sarebbe accorto della presenza della collega, investendola e trascinandola per diversi metri. Sono in corso le indagini per accertare eventuali responsabilità.
Il decesso dell’autotrasportatrice ha suscitato grande commozione e anche numerose proteste tra i magazzinieri della Finesso, molti dei quali dopo l’incidente hanno rinunciato a proseguire il lavoro. Come riferisce il Mattino di Padova, ieri i lavoratori dell’azienda padovana, insieme a quelli di Brt, Unicomm, Susa Trasporti e Sda, hanno deciso di fermarsi, esponendo cartelloni «contro i ritmi della logistica che uccidono» e per avere più controlli e meno appalti.
«Per quanto i nostri iscritti, per lo più magazzinieri, non siano direttamente collegati alla vicenda che ha coinvolto l’autotrasportatrice esterna, si sono sentiti in dovere di dire e di fare qualcosa – ha spiegato al quotidiano Riccardo Ferrara di Adl Cobas – Il mondo della logistica e dei trasporti ha tempi sempre più veloci… I lavoratori non sono più persone, ma sono considerati parte dell’ingranaggio che deve aumentare le performance. Questo è intollerabile e anche i committenti, benché non siano formalmente i datori di lavoro diretti, devono farsi carico della sicurezza di tutti, non solo dei propri dipendenti. Le aziende devono investire di più sulla sicurezza e formazione del personale viaggiante e non. Non basta seguire le linee guida o quello che è previsto dalla normativa, la scommessa oggi è fare di più».