Un vecchio adagio dice che si sta bene insieme quando si sceglie di stare insieme, non per obbligatorietà. E ciò vale nella sfera privata così come nel lavoro, dove le relazioni più riuscite sono appunto quelle dove «ci si sceglie ogni giorno». Federtrasporti si è «promessa» ormai oltre cinquant’anni fa (correva l’anno 1971) e continua ancora oggi a fare di questo approccio d’insieme il punto cardinale della propria visione, basata sull’unione partecipata e condivisa di una cinquantina di enti operativi nel settore dell’autotrasporto (in maggior parte consorzi e cooperative). Un’unione che, col passare del tempo, si rinsalda ciclicamente con nuove sinergie, scambi di vedute e momenti di rinnovamento. Uno di questi è avvenuto lo scorso 27 maggio, quando l’assemblea del gruppo si è riunita a Bologna per le elezioni delle cariche sociali, a distanza di tre anni dall’ultima votazione. Un momento per tirare i bilanci su quanto finora condiviso insieme, ma anche per disegnare nuove possibili rotte lungo la strada dell’aggregazione.
Riavvolgere il nastro
La prima cosa che si è fatta in apertura di assemblea è stato riavvolgere il nastro su quanto avvenuto negli ultimi anni. Claudio Villa, presidente in pectore di Federtrasporti dal 2014, ha parlato di come il triennio 2020-2023 sia stato uno dei più complessi per la storia dell’autotrasporto. «Dopo il duro colpo subito con la pandemia – ha affermato – abbiamo cominciato a intravedere la luce solo nel 2022. Una timida ripresa che però è stata subito smorzata dal conflitto tra Ucraina e Russia, fattore che ha messo in crisi le aziende forse ancora di più di quanto abbia fatto il Covid». Villa ha quindi sottolineato come i costi energetici siano più che raddoppiati nell’ultimo biennio e di come l’industria abbia sofferto. «In molte situazioni, penso in particolare alle realtà più energivore, come per esempio chi lavora con i lavaggi di autocisterne, era molto più conveniente risparmiare sul costo dell’energia che produrre e vendere le proprie merci. Pertanto, non si possono considerare questi fattori nell’analisi di bilancio complessiva della nostra società». Tuttavia, nonostante le difficoltà derivanti dallo scoppio della guerra in Ucraina e dell’ingente aumento del costo dell’energia, la società ha chiuso il 2022 con un fatturato di circa 40 milioni di euro e nel corso degli ultimi anni ha ridotto drasticamente il suo indebitamento bancario. L’obiettivo per il prossimo triennio resta comunque quello di recuperare i margini erosi dai costi crescenti, conservando al contempo competitività e qualità dei servizi offerti ai soci. «Tra questi – ha sottolineato Villa – uno dei più apprezzati è indubbiamente la formazione. Abbiamo svolto nel solo 2022 oltre 900 ore di formazione e continueremo a investire in quest’area». C’è poi il ramo assicurativo, che ha raggiunto risultati straordinari. «Sono diminuiti i sinistri, determinando un risultato di gestione dei fondi anche migliore rispetto all’anno precedente».
E sono quattro
L’assemblea ha avuto poi il suo momento centrale nell’elezione delle cariche sociali, che hanno visto rinnovare sia la carica di presidente, nuovamente affidata a Claudio Villa per il quarto mandato consecutivo, che dei due vicepresidenti: si tratta di Paolo Morea del Can di Noci (Bari), in rappresentanza del comparto del trasporto solido, e di Silvio Camanini del Gam di Mantova, in rappresentanza di quello liquido. L’assemblea ha votato quindi la squadra chiamata a comporre il nuovo consiglio di amministrazione, che resterà in carica per il triennio 2023-2026 e che risulta allargato ora a 13 membri. Agli 11 componenti del precedente «board» – composto da Nazareno Bergami (Cafa), Ostilio Cheli (Rat), Luciano Gallan (Cam), Giancarlo Melis (GTV), Luciano Barattini (Carp), Eugenio Zaninoni (Coap), Michele Demi (Cacif), Cosimo Di Giorgio (Caag), Lorenzo Capatti (Cft), oltre ai già citati Villa, Morea e Camanini – si è aggiunto il nuovo ingresso di Claudio Antonelli (Cipaa). Eletti anche gli invitati permanenti alle riunioni del comitato esecutivo, sempre secondo il criterio di rappresentanza che prevede la partecipazione di un esponente del comparto solido e di uno del comparto liquido. Per il primo, si tratta di Luciano Barattini del Carp di Pesaro, per il secondo, Michele Demi del Cacif di Follonica.
Guardare al futuro
Nel segno dell’entusiasmo e della propositività i primi commenti a caldo raccolti durante e dopo l’assemblea. Paolo Morea ha sottolineato come sia fondamentale «aumentare la coesione del gruppo, la qualità dei servizi, la capacità di produrre idee e fare sintesi», mentre Silvio Camanini ha affermato come l’obiettivo principale sia quello di «tenere unito il gruppo, migliorando l’informazione all’interno dei soci e facendo capire loro quali sono i problemi comuni su quali bisogna focalizzarci». Ma anche uscire fuori dalla propria «area di comfort» è un aspetto primario, sforzandosi di aprirsi ai mercati internazionali, anche a costo di qualche piccolo sacrificio economico. Aspetto, quest’ultimo, sottolineato da Luciano Barattini (Carp), che ha messo in evidenza proprio come, a partire dalla recente partecipazione a una grande vetrina fieristica internazionale qual è il Transport Logistic di Monaco, sia strategico strizzare l’occhio ai «big» della logistica. «Le grandi realtà cercano noi piccoli perché hanno bisogno delle nostre competenze, del nostro saper-fare e della nostra storica forza imprenditoriale. Perché un albero per crescere ha bisogno di radici. E noi ‘piccoli’ siamo le radici». Michele Demi (Cacif) ha rimarcato invece i progetti per il futuro del gruppo, riassumendoli in «alleggerimento dei costi» e in «rilancio dei servizi» offerti sia ai soci, sia all’esterno, mentre Claudio Antonelli (Cipaa), il più giovane tra i nuovi membri del Cda di Federtrasporti, ha posto l’accento sul fatto che nel prossimo triennio vorrebbe veder aumentato il peso della componente «trasporti» all’interno degli interessi del Gruppo. «Il mio auspicio è che si giunga a una ripartenza del concetto di Federtrasporti in quanto federazione di trasporto. Certamente sono importanti i servizi, l’assicurazione, la formazione ecc., ma il trasporto è il sale del Gruppo. E noi come Cipaa, da questo punto di vista, abbiamo deciso di dare il nostro contributo portando dentro al Gruppo molto lavoro, assumendoci la responsabilità in prima persona».