L’annuncio delministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani di un emendamento per ridurre le agevolazioni sui carburanti fossili e le decisioni assunte dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) preoccupano il vicepresidente di Federauto con delega al settore Truck&Van, Massimo Artusi, che ha commentato «La duplice decisione del CITE di fissare al 2040 la fine della vendita dei veicoli commerciali con motori a combustione interna (ICE) e di sostituire entro il 2025 i cosiddetti sussidi ambientalmente dannosi (SAD) con misure che ne attenuino l’impatto sociale, sebbene confermi un approccio “generico” al problema della riduzione delle emissioni nel settore del trasporto pesante su strada che presenta caratteristiche completamente diverse dal resto degli autoveicoli, deve rappresentare l’occasione per accelerare la transizione tecnologica dei vettori logistici stradali verso i carburanti a minor impatto per l’ambiente».
A preoccupare particolarmente Artusi non è tanto la transizione energetica di auto e furgoni per i quali la prospettiva dell’alimentazione elettrica sembra più accessibile (fermo restando il problema delle ricariche), quanto quella che coinvolge i veicoli industriali. Il trasporto pesante non ha nel breve periodo un’alternativa praticabile a zero emissioni e incidere troppo velocemente in questo settore significa mettere in crisi la ripresa economica post pandemia, a cui l’autotrasporto deve contribuire in maniera efficiente ed efficace. L’auspicio quindi è quello di combattere il cambiamento climatico e ridurre l’impatto ambientale, più che ricorrendo a tagli e restrizioni, promuovendo invece un programma di accompagnamento che vada oltre i contributi agli investimenti (già disponibili Fondo Investimento a Elevata Sostenibilità) partendo dalla legge di bilancio del 2023. Anche prevedendo sconti sui pedaggi autostradali per i mezzi commerciali ad alimentazione alternativa, come già sta facendo qualche concessionaria autostradale
«L’idea di introdurre nella Legge di Bilancio in via di approvazione un credito d’imposta per le imprese di autotrasporto che utilizzano GNL e Bio-GNL, principale – se non unico – carburante alternativo al diesel per i mezzi commerciali pesanti – aggiunge Artusi – renderebbe sostenibile una possibile graduale riduzione dei rimborsi delle accise sul gasolio, compensando nel contempo l’impennata del prezzo al fruitore finale del metano».
«La transizione energetica della logistica passa necessariamente attraverso fattori di sostenibilità socio-economica. Gli autotrasportatori – puntualizza Artusi – devono essere messi nelle condizioni di poter fare investimenti ecosostenibili mediante strumenti di incentivazione, non solo per l’utilizzo specifico delle tecnologie innovative, ma anche attraverso misure, certe e costanti, di riduzione del costo del lavoro, in modo tale da non aggravare le imprese del settore che è già colpito da numerosi fattori di sistema che ne stanno minando la competitività».