La manovra di Ferragosto aveva previsto l’applicazione dei contratti nazionali di settore in ambito ferroviario. Una norma gradita a Trenitalia, ma criticata aspramente dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, che nel corso di un’audizione in commissione Trasporti della Camera sugli effetti della norma ha detto chiaramente che «va abrogata perché restringe la concorrenza». Più precisamente Catricalà si è detto preoccupato delle aziende ferroviarie che si stanno affacciando nel mercato, perché «non sono le aziende che devono venire a fare l’alta velocità, ma sono piccole aziende che fanno un po’ di concorrenza a Ferrovie nel settore delle merci».
«Stimiamo – ha profetizzato il presidente Antitrust – che il 40% non ce la faccia a sostenere il peso del nuovo contratto, o perlomeno ce la farà con enorme difficoltà, a costo di perdere investimenti, di ridurre i profitti e con sicuri riflessi pregiudizievoli sui livelli occupazionali”.
Catricalà ha inoltre sottilineato come “imporre per legge l’applicazione di un contratto sia lesivo dell’autonomia contrattuale e probabilmente leda anche le norme del trattato perché impedisce a un’azienda straniera che vuole agire in Italia di adottare un contratto di tipo nazionale”.