Aitec, storica associazione italiana dei produttori di cemento, ha siglato con Anita e CNA-Fita un protocollo di intesa per i servizi di trasporto di cemento, semilavorati e materie prime. Il Protocollo, che ha validità annuale e ha potuto godere del supporto tecnico di Confindustria, secondo quanto riferisce un comunicato Aitec, «sancisce una nuova e più forte collaborazione tra i committenti e i fornitori di logistica» e stabilisce la «prima interlocuzione a livello associativo tra vettori e committenti per affrontare e discutere gli aspetti tecnico-normativi nell’ottica di assicurare maggiore efficienza e legalità ai trasporti nel settore».
Il modo scelto a tale scopo è quello di accreditare i vettori su un portale (chiamato GE.DOC.TRA) per contrastare il rischio di infiltrazioni criminali e alleggerire la gestione documentale delle imprese, ma anche per evitare inutili riproduzioni della documentazione richiesta al vettore dal committente. Il portale poi assegnerà ai vettori che hanno fornito documentazione il giudizio di «Affidabile».
L’accordo prevede infine la costituzione di un Gruppo tecnico composto da rappresentanti della committenza e dei fornitori che affronterà le tematiche tecnico-normative del trasporto di cemento e materie prime e che lavorerà per assicurare «il rispetto della normativa a tutela della concorrenza».
Forse è stata proprio quest’ultima espressione a indispettire non poco il presidente di Fai-Conftrasporto, Paolo Uggè. «Leggendo quell’accordo – ha constatato – emerge in tutta evidenza come vengano messi in discussione i principi che sono alla base, non solo dei costi minimi, ma anche della legge che ha prodotto la liberalizzazione regolata del settore. Argomenti come l’azione diretta, o la responsabilità condivisa sono fondamentali per uno sviluppo corretto dei rapporti tra le imprese».
Secondo Uggè il documento mirerebbe a produrre una «destrutturazione del sistema che oggi privilegia il rispetto delle regole e a responsabilizzare, per la propria parte, la committenza». Ed è questo il motivo per cui il presidente Fai si dice stupito nel constatare come un’associazione – evidentemente la CNA-Fita – «dopo essere stata propugnatrice dei costi della sicurezza in un momento delicato, non si rende conto di operare in contrasto con gli interessi della gran parte degli operatori che rappresenta».