La Svezia potrebbe essere il quarto Paese dell’Unione Europa ad adottare la Direttiva Ue 2022/362, che detta nuove regole relative alla tassazione dei veicoli, sia merci che passeggeri, che viaggiano sulle strade della rete di trasporto transeuropea (TEN-T). La direttiva – lo ricordiamo – introduce gradualmente tariffe basate sui chilometri percorsi e sui costi esterni generati dalle emissioni di CO2, secondo i principi del «chi utilizza paga» e «chi inquina paga».
Il governo svedese ha infatti presentato due nuove proposte di legge: quella sugli oneri per le infrastrutture stradali e quella sulle classi di emissioni di CO2 dei mezzi pesanti. Entrambe introducono i nuovi principi per il calcolo dei pedaggi autostradali, basati sia sull’utilizzo delle infrastrutture che sui costi esterni, come l’inquinamento atmosferico e acustico. Se le proposte verranno accettate, le nuove tariffe entreranno in vigore dal 1° maggio 2024.
Si ricorda a questo proposito che il termine per il recepimento della direttiva europea è fissato al 24 marzo di quest’anno. Fra i Paesi europei che hanno già provveduto ad adottarla citiamo la Germania, che dal 1° dicembre 2023 ha aumentato i pedaggi autostradali aggiungendo, ai tradizionali criteri di calcolo, quelli relativi alle emissioni di Co2 prodotte dai veicoli pesanti, l’Austria, che dal 1° gennaio di quest’anno ha inserito il costo della Co2 come parte integrante del calcolo del pedaggio inerente veicoli di peso complessivo superiore a 3,5 tonnellate e ha stabilito cinque gruppi tariffari, e infine la Repubblica Ceca, il cui nuovo sistema entrerà in vigore a partire dal 1° marzo 2024.
E per quanto riguarda l’Italia? Come ha scritto Clara Ricozzi sul numero di febbraio di Uomini e Trasporti, ad oggi è «oggettivamente impensabile che quel termine possa essere rispettato: infatti, la direttiva stessa è inserita fra quelle da recepire, senza introdurre ulteriori criteri o principi direttivi, nell’allegato A del complesso e corposo disegno di legge di delegazione europea 2022-2023. Ma questo testo, dopo l’approvazione della Camera dei deputati, è tuttora in discussione al Senato. In base alle vigenti disposizioni, il Governo dovrà poi adottare i decreti legislativi di recepimento dei singoli atti normativi europei, entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge di delegazione».
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