Sarebbero circa 70 i trasportatori che hanno ricevuto dal Tribunale di Como un avviso di chiusura indagini perché sospettati di aver conseguito dalla Motorizzazione Civile in maniera irregolare e con facilitazioni il patentino ADR, ovvero il certificato di abilitazione al trasporto di merci pericolose. Tale avviso costituisce, di solito, il primo passo verso una richiesta di rinvio a giudizio con relativo processo. La vicenda, iniziata nel maggio 2017 con una maxi-inchiesta, aveva visto una condanna di primo grado l’8 novembre 2018 da parte del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale comasco, Laura De Gregorio, nei confronti di un dirigente della Motorizzazione civile e due responsabili di autoscuole. L’accusa era di aver agevolato il conseguimento del patentino ADR grazie ai suggerimenti sui quiz forniti ai candidati, uno dei quali promosso avendo addirittura risposto a 1 sola domanda su 25. Durante l’inchiesta, la Procura di Como contestò 104 elaborati irregolari presentati da 84 candidati e inviati da due autoscuole. Il dirigente della Motorizzazione era stato condannato con rito abbreviato a 6 anni e 8 mesi, oltre la confisca di 110mila euro, mentre i responsabili delle due autoscuole avevano patteggiato per 4 anni e 15mila euro di multa il primo e per 3 anni e 6 mesi e 30mila euro di multa il secondo.
L’inchiesta era però proseguita e aveva portato alla luce altre tipologie di patenti e certificati che sarebbero stati ottenuti falsificando i risultati degli esami: da qui un nuovo rinvio a giudizio, per altri reati, dei tre condannati e di nuovi indagati. Pare infatti che, oltre alle promozioni “facilitate”, non fosse un problema superare la revisione di veicoli anche irregolari o fare approvare in velocità pratiche amministrative, seguendo una corsia preferenziale. Questo secondo fronte di indagine porterà in aula di giustizia – oltre, con ogni probabilità, ai 70 camionisti – altre 24 persone coinvolte nei presunti favori.