C’è un fantasma che si aggira per l’Europa. E questa settimana – fino al 13 ottobre – darà vita a una campagna di sensibilizzazione a livello europeo, il cui culmine sarà la manifestazione organizzata per il 9 ottobre a Bruxelles, dove singoli convogli di camion andranno a esprimere lo stato di profonda crisi in cui si trovano davanti al Parlamento e alla Commissione Europea.
È un fantasma che ha il volto di operatori dell’universo dei trasporti, messi in difficoltà da condizioni di lavoro deteriorate, da forme di impiego sempre più labili e mal pagate, da livelli di sicurezza sempre più ridotti. All’origine di tutto c’è una sfrenata concorrenza sulle tariffe, in un mercato dove l’eccessiva offerta di trasporto coincide con un abbassamento altrettanto sostanziale della sua domanda, dovuta alla crisi dei settori produttivi e al calo dei mercati nazionali e internazionali. Le differenze tra i costi del lavoro offrono agli autotrasportatori dei nuovi Stati membri la possibilità di operare in mercati diversi dai propri a prezzi più bassi. Così, per arginare questa concorrenza, gli autotrasportatori dei mercati più maturi scelgono di operare tramite società fittizie, ubicate proprio dove il costo del lavoro è più basso.
È una guerra al ribasso senza esclusioni di colpi, anche perché non esiste armonizzazione delle condizioni sociali nel mercato interno, i controlli rispetto alla normativa “distacchi” sono deboli, le norme sul cabotaggio del Regolamento 1072/2009 (effettuare tre operazioni in un periodo massimo di sette giorni) non sono rispettate.
A denunciare tutto ciò e a sostenere la campagna di sensibilizzazione sono una serie di sindacati europei, come Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) e la Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti (ITF), cui fornisce il proprio sostegno anche la FILT/CGIL italiana.
9 ottobre: l’universo
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