Gliautotrasportatori siciliani non sentono ragione: a partire dalla mezzanotte didomenica 19 aquella di venerdì 24, gli aderenti alle associazioni Aitras, Assiotrat,Assotrasport e Trasportounito fermeranno i loro veicoli. Anche se, a essereprecisi, il termine «siciliani» appare riduttivo, in quanto, almeno rispetto a Trasportounito è giunta l’adesione anche delle organizzazioni regionali di Calabria, Campania,Puglia, Sardegna, Lazio e addirittura Liguria, territorio dove l’associazionetrova il suo zoccolo duro.
19-24 maggio: l’autotrasporto siciliano fissa le date del fermo
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Le ragioni della protesta vengono indicate soprattutto nelfallimento del tavolo tecnico Stato-Regione attivo dal febbraio 2012, giudicato incapace di rispettare le promesse fatteall’autotrasporto locale, a partire da quelle sull’ecobonus.
Alle proteste locali, si aggiungono poi quelle di respironazionale, in quanto viene criticato il sistema di concessione deifinanziamenti all’autotrasporto (400 milioni), incapace di produrre beneficio,se non a consorzi e cooperative del nord Italia. Le associazioni siciliane chiedonodunque che tali fondi vengano destinati al godimento diretto degliautotrasportatori, senza mediazioni di sorta.
Il senatore siciliano, Vincenzo Gibiino (Pdl), ha criticato ladecisione di andare al fermo in quanto «in questo particolare momento, unblocco dei tir getterebbe l’Italia in una crisi talmente profonda da cuisarebbe difficile riprendersi. Serve un governo subito in grado di essere interlocutorereale e responsabile». Per questa ragione Gibiino ha lanciato un appello agliautotrasportatori affinché facciano marcia indietro e imbocchino «la strada dellaconcertazione».