Non si ferma la caduta del mercato dei veicoli con massa totale a terra superiore alle 3,5ton che, anche per il mese di novembre registra un -7,3% rispetto allo spesso mese del 2018 (1.901 unità contro 2.050). i dati arrivano puntuali dal Centro Studi e Statistiche di Unrae sulla base delle immatricolazioni fornite dal ministero dei Trasporti.
I primi undici mesi dell’anno vanno quindi in archivio con un mercato in flessione del -6,5% (21.621 unità immatricolate contro 23.123), una percentuale che verrà – con molte probabilità – confermata in chiusura di anno.
Stesso discorso per il settore dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore alle 16 ton, che a novembre 2019 registra un calo del -7,1%, uguale a quello del consolidato dei primi undici mesi dell’anno.
«Continuiamo a vedere dati negativi – commenta Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae – nonostante le aziende di trasporto abbiano ormai acquisito la sostenibilità ambientale tra i loro obiettivi prioritari, e siano orientate al rinnovo del parco. Lo dimostra il fatto che dopo pochi giorni dall’apertura dei termini per la presentazione delle domande di finanziamento agli investimenti per l’annata 2019, i fondi fossero già esauriti.»
Il mercato il continuo peggioramento preoccupa Fenoglio che non vede per il 2020 bagliori di miglioramento, ma anzi «le varie proposte di assegnazione di fondi al rinnovo del parco circolante dei veicoli industriali continuano ad avere l’aspetto di promesse elettorali, più che non la concretezza di precise scelte programmatiche. Non bastano le dichiarazioni di buona volontà da parte della politica, e l’impegno tecnologico dei costruttori viene vanificato proprio dalla difficoltà di rinnovo del parco».
Anche Gerritt Marx, Presidente del Consiglio per i veicoli commerciali di ACEA, ha detto riferendosi all’Europa che «senza un pacchetto di misure politiche coerenti, la tecnologia da sola non potrà mai pulire le emissioni dell’autotrasporto».
E questo vale anche per il nostro Paese dove «Ci troviamo – conclude Fenoglio – in una situazione di transizione verso la massima sostenibilità possibile del sistema logistico italiano ed europeo. Tutte le organizzazioni interessate debbano prendere atto della portata strategica dell’autotrasporto, ed attivarsi per farlo chiaramente capire anche al decisore politico nazionale, prima che la perdita di competitività del trasporto italiano su strada rispetto a quello europeo diventi irreversibile, con gravi conseguenze per l’intero sistema Paese in termini di sostenibilità, sicurezza e occupazione».