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Test pesanti: DAF FAN XF 105.510

Allestimento carro maxi volume per il veicolo leader in Europa nelle vendite dei trattori. Chiaro segnale che DAF ha puntato un nuovo settore su cui attaccare la concorrenza. E le armi giuste ci sono tutte

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Siamo davanti a un veicolo particolare, anche se sempre apprezzato da una fascia di operatori specializzati nel trasporto di merci ingombranti, ma di peso relativo o anche ai corrieri che usano spesso il rimorchio, o biga che dir si voglia, per soddisfare eventuali aumenti di colli sulle linee giornaliere. L’insieme è indubbiamente ingombrante – 18,75 metri – ma il terzo asse sterzante lo rende estremamente maneggevole e, come vedremo, si gira agevolmente in piazzali neppure troppo grandi.

 

IL TEST

Il percorso parte dall’area di servizio di Assago, sulla tangenziale milanese, e quindi autostrada A1 per Bologna fino alla confluenza con quella della Cisa, che saliamo per intero e scendiamo verso La Spezia fino a Pontremoli, dove riprendiamo la via del ritorno sul medesimo tragitto. Ci alterniamo alla guida con il driver DAF per confrontare i due diversi “piedi” dividendo i rilevamenti in quattro tratte: due pianeggianti e due montagnose. Siamo fortunati con il traffico sempre scorrevole (fatta eccezione di un rallentamento poco dopo la partenza in tangenziale a Milano) e anche il clima è ottimo: c’è il sole e la temperatura è mite.

 

SULLA CISA

Guido nel primo tratto in condizioni di traffico ottimali. Trovare la posizione ideale di guida è facile perché le regolazioni del sedile e del volante permettono di ottimizzare l’assetto. Anche i comandi sono tutti di semplice individuazione con il selettore del cambio automatizzato AS Tronic a 12 rapporti proprio al centro della plancia. Sia la posizione Drive sia la Retro hanno la possibilità di inserire la “marcia lenta” identificata dall’icona con la tartaruga per le manovre. La utilizziamo (con lo strumento dei consumi staccato) nel piazzale di Pontremoli dove solitamente eseguiamo l’inversione per riprendere l’autostrada in senso contrario. Il controllo del veicolo è quasi millimetrico e lo apprezzo molto perché la sua conformazione e gli oltre 18 metri di lunghezza incutono un po’ di apprensione. Riesco a completare l’inversione nel ristretto spazio del piazzale e quindi ringrazio il raggio di volta di poco superiore ai 9 metri.

Sull’autostrada la marcia diventa tranquilla, dopo aver superato un primo momento di incertezza per uno sterzo un po’ troppo “leggero”, non aiutato da un insistente vento che trova nel lungo veicolo una belle resistenza. È solo un momento di adattamento iniziale e poi tutto procede fluido, anche quando inizia la salita che affronto senza cruise control preferendo regolare l’acceleratore direttamente. Buona parte del tratto più impegnativo è affrontato in 11ª marcia a 67 km/h e il motore a 1230 g/min, solo in prossimità del cartello di Berceto, quando la salita si fa più dura, si scala in 10ª a 1400 g/min e 62 km/h, mentre passiamo sotto il nostro Gran premio della Montagna.

Nel tratto in discesa non ricorro alla possibilità di abbinare il retarder all’impostazione della velocità in discesa, ma mi limito a usare le sue tre posizioni (le prime due di solo retarder, la terza con l’aggiunta del freno motore), lasciando che il veicolo sfrutti il suo naturale abbrivio. Da notare che il suo comando affidato alla solita leva di destra è molto pratico e la stessa leva serve anche per il comando manuale di cambio marcia, a cui peraltro non ricorro mai. Nel tratto di ritorno (che ai fini dei consumi si conferma più favorevole per la prevalenza della discesa sulla salita) noto che invece il driver DAF preferisce limitarsi a intervenire con il freno motore attraverso il pedale posto alla sinistra, molto facile da raggiungere anche per le emergenze.

 

IN PIANURA

Il tratto finale di ritorno, così come quello di andata, è una vera passeggiata. Taro il cruise control a 85 km/h che mantengo con il motore in 12ª marcia e 1220 g/min; all’andata il driver DAF lo aveva invece tarato a 80 km/h e 1170 g/min: i consumi sono stati praticamente identici ma, come testimonia anche la velocità media, nel ritorno non ci sono stati rallentamenti.

Da sottolineare la praticità del cruise control, i cui tasti si trovano sulla razza destra del volante, sempre a portata di mano e intuitivi nella gestione. Sullo stretto svincolo per riguadagnare la piazzola dell’area di Assago ho ancora modo di verificare la grande maneggevolezza dell’assieme carro e rimorchio. Chi ha da trasportare merce ingombrante e non troppo pesante ha trovato una soluzione certamente efficace e soprattutto redditizia.

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Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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