L’Astra HD8 acquisisce il cambio automatico Allison, solitamente montato sui dumper, e si crea una nicchia di mercato tutta sua. Indubbia la validità tecnica come dimostrano i 10 veicoli «volati» sulla Alpi Svizzere di Alberto Mondinelli «Dieci Astra HD8 allestiti con trasmissioni automatiche Allison sono in prima linea sul fronte di scavo delle gallerie che porteranno alle future centrali idroelettriche di Nant de Drance e Linth-Limmern, nel cuore delle Alpi Svizzere». Fin qui la notizia già lascia perplessi perché, conoscendo la scarsa accoglienza riservata ai cambi automatizzati in cava, certo non ci si aspetta che la scelta cada addirittura su un automatico puro come l’Allison, pur nella sua versione più «pesante». L’Allison 4700R è solitamente utilizzato sui veicoli più specialisti, militari in testa, ma anche sui dumper nei quali Astra è tra i leader. E qui risiedono le ragioni di questo nuovo e interessante connubio testimoniato dalle spettacolari foto del trasporto in quota del veicolo che opererà per i lavori di ampliamento della centrale idroelettrica di Linth-Limmern. Connubio che, tramite un modello gemello, abbiamo provato in cava.
IL TEST
Il nostro test si svolge in una cava ridotta a un pantano dalle insistenti piogge. Le nostre impressioni quindi si riferiscono a un giro limitato, che non ha contemplato un’escursione sulla viabilità ordinaria. A queste affianchiamo però i commenti dei tecnici che usano da mesi i mezzi in questione sulle Alpi svizzere, così da dare una panoramica più completa sulla resa dell’HD8 equipaggiato con automatico Allison.
IN CAVA
Essenziale. Non c’è un altro aggettivo per descrivere la cabina dell’HD8 8×6 che mi attende in mezzo a un fango che farebbe rabbrividire anche l’off-road più incallito. Non provo neppure a pulirlo per le foto: la realtà è questa ed è inutile cercare di cambiarla. Vorrà dire che la prova sarà ancora più significativa. Salire in cabina non cambia il giudizio iniziale: c’è tutto ciò che serve, ma ogni cosa è essenziale senza concessioni all’estetica. Persino il comando del cambio automatico è costituito da un castelletto e da una leva, semplici che più non si può. In compenso basta inserire il «drive» perché l’HD8 si trasformi in un «mulo» irrefrenabile, che fango e pieno carico non possono rallentare. I numeri sulla cloche lasciano intuire la possibilità di intervenire manualmente, ma non è necessario: il motore 13 litri mette a disposizioni tutti i suoi 480 cv e l’Allison li usa al meglio scegliendo il rapporto ottimale per avere sempre lo spunto necessario per districarsi anche nelle situazioni in cui il ricorso alla trazione anteriore sembrerebbe indispensabile. Infatti, nella gestione del veicolo sono di fondamentale importanza i tre tasti che si trovano alla sommità del cofano motore, in posizione non proprio rapidamente raggiungibile se si è impegnati alla guida. Il primo verso la plancia inserisce le ridotte, quello al centro la trazione anteriore e l’ultimo, a due posizioni, il ripartitore dei ponti posteriori e il bloccaggio dei semiassi. Un led segnala quale delle sei marce è inserita, mentre il colorato cruscotto è prodigo di informazioni sia attraverso gli strumenti analogici che il cluster centrale. La cabina, a dispetto del suo aspetto spartano, si rivela confortevole e la dotazione di stipetti e accessori è buona, tale da rispondere alle normali esigenze d’uso. Adesso è il momento di sentire cosa dice chi lo usa sulle Alpi.
IN SVIZZERA
Niklaus Zaugg è l’ingegnere meccanico del Gruppo Marti Implenia, il Consorzio vincitore dell’appalto per la costruzione del tunnel d’accesso e del sito sotterraneo dove troverà posto la centrale idroelettrica di Nant de Drance che, insieme a quella da potenziare di Linth-Limmern, garantirà energia sufficiente per il fabbisogno futuro dell’intera Svizzera e dei suoi trasporti pubblici. «Il cantiere si trova a 2000 metri d’altezza – spiega – e la strada d’accesso d’inverno è impraticabile. Per questo motivo i lavori si svolgono da aprile a novembre, 24 ore al giorno su tre turni. Va da sé che avendo dei tempi contrattuali da rispettare, la priorità per noi era quella di avere mezzi assolutamente affidabili, produttivi e semplici da guidare. Il connubio Astra-Allison era in grado di rispondere al meglio a queste esigenze: la robustezza e tradizione Astra nel settore dei veicoli cava-cantiere unita al cambio automatico Allison della serie 4700R, specificamente progettato per operare nelle condizioni più difficili, assicurano il massimo comfort di guida, il trasferimento continuo della potenza alle ruote e un maggior controllo del mezzo a velocità ridotta». Le trasmissioni automatiche Allison sono dotate di rallentatore idraulico integrato perché all’uscita della galleria la strada che porta al deposito di materiale di scavo è in forte pendenza, circa il 12%, e il rallentatore del cambio automatico semplifica le operazioni consentendo di allungare la vita utile dei freni. Inoltre il convertitore di coppa contribuisce a ridurre i costi di manutenzione. Le trasmissioni dell’azienda americana non utilizzano frizioni a secco, poiché realizzano l’accoppiamento tra motore e cambio tramite il convertitore idraulico. Questo modulo elimina la manutenzione e l’usura e assicura – secondo gli operatori svizzeri – un superiore spunto del veicolo, un controllo preciso delle ruote con qualsiasi tipo di carico e un’accelerazione rapida e costante. Infine c’è da precisare che il personale che lavora nei tunnel non sempre è costituito da autisti provetti, quindi è fondamentale che i veicoli siano semplici da condurre. E solo i cambi automatici – secondo il Gruppo Marti – possono garantire di non avere brutte sorprese, come rotture della frizione dovute a manovre errate e conseguenti tempi morti per la riparazione.
IL TEST
Il nostro test si svolge in una cava ridotta a un pantano dalle insistenti piogge. Le nostre impressioni quindi si riferiscono a un giro limitato, che non ha contemplato un’escursione sulla viabilità ordinaria. A queste affianchiamo però i commenti dei tecnici che usano da mesi i mezzi in questione sulle Alpi svizzere, così da dare una panoramica più completa sulla resa dell’HD8 equipaggiato con automatico Allison.
IN CAVA
Essenziale. Non c’è un altro aggettivo per descrivere la cabina dell’HD8 8×6 che mi attende in mezzo a un fango che farebbe rabbrividire anche l’off-road più incallito. Non provo neppure a pulirlo per le foto: la realtà è questa ed è inutile cercare di cambiarla. Vorrà dire che la prova sarà ancora più significativa. Salire in cabina non cambia il giudizio iniziale: c’è tutto ciò che serve, ma ogni cosa è essenziale senza concessioni all’estetica. Persino il comando del cambio automatico è costituito da un castelletto e da una leva, semplici che più non si può. In compenso basta inserire il «drive» perché l’HD8 si trasformi in un «mulo» irrefrenabile, che fango e pieno carico non possono rallentare. I numeri sulla cloche lasciano intuire la possibilità di intervenire manualmente, ma non è necessario: il motore 13 litri mette a disposizioni tutti i suoi 480 cv e l’Allison li usa al meglio scegliendo il rapporto ottimale per avere sempre lo spunto necessario per districarsi anche nelle situazioni in cui il ricorso alla trazione anteriore sembrerebbe indispensabile. Infatti, nella gestione del veicolo sono di fondamentale importanza i tre tasti che si trovano alla sommità del cofano motore, in posizione non proprio rapidamente raggiungibile se si è impegnati alla guida. Il primo verso la plancia inserisce le ridotte, quello al centro la trazione anteriore e l’ultimo, a due posizioni, il ripartitore dei ponti posteriori e il bloccaggio dei semiassi. Un led segnala quale delle sei marce è inserita, mentre il colorato cruscotto è prodigo di informazioni sia attraverso gli strumenti analogici che il cluster centrale. La cabina, a dispetto del suo aspetto spartano, si rivela confortevole e la dotazione di stipetti e accessori è buona, tale da rispondere alle normali esigenze d’uso. Adesso è il momento di sentire cosa dice chi lo usa sulle Alpi.
IN SVIZZERA
Niklaus Zaugg è l’ingegnere meccanico del Gruppo Marti Implenia, il Consorzio vincitore dell’appalto per la costruzione del tunnel d’accesso e del sito sotterraneo dove troverà posto la centrale idroelettrica di Nant de Drance che, insieme a quella da potenziare di Linth-Limmern, garantirà energia sufficiente per il fabbisogno futuro dell’intera Svizzera e dei suoi trasporti pubblici. «Il cantiere si trova a 2000 metri d’altezza – spiega – e la strada d’accesso d’inverno è impraticabile. Per questo motivo i lavori si svolgono da aprile a novembre, 24 ore al giorno su tre turni. Va da sé che avendo dei tempi contrattuali da rispettare, la priorità per noi era quella di avere mezzi assolutamente affidabili, produttivi e semplici da guidare. Il connubio Astra-Allison era in grado di rispondere al meglio a queste esigenze: la robustezza e tradizione Astra nel settore dei veicoli cava-cantiere unita al cambio automatico Allison della serie 4700R, specificamente progettato per operare nelle condizioni più difficili, assicurano il massimo comfort di guida, il trasferimento continuo della potenza alle ruote e un maggior controllo del mezzo a velocità ridotta». Le trasmissioni automatiche Allison sono dotate di rallentatore idraulico integrato perché all’uscita della galleria la strada che porta al deposito di materiale di scavo è in forte pendenza, circa il 12%, e il rallentatore del cambio automatico semplifica le operazioni consentendo di allungare la vita utile dei freni. Inoltre il convertitore di coppa contribuisce a ridurre i costi di manutenzione. Le trasmissioni dell’azienda americana non utilizzano frizioni a secco, poiché realizzano l’accoppiamento tra motore e cambio tramite il convertitore idraulico. Questo modulo elimina la manutenzione e l’usura e assicura – secondo gli operatori svizzeri – un superiore spunto del veicolo, un controllo preciso delle ruote con qualsiasi tipo di carico e un’accelerazione rapida e costante. Infine c’è da precisare che il personale che lavora nei tunnel non sempre è costituito da autisti provetti, quindi è fondamentale che i veicoli siano semplici da condurre. E solo i cambi automatici – secondo il Gruppo Marti – possono garantire di non avere brutte sorprese, come rotture della frizione dovute a manovre errate e conseguenti tempi morti per la riparazione.