Il TAR Lazio, accogliendo il ricorso dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, gemello di quello presentato da Zeno D’Agostino, ha annullato il provvedimento assunto dall’ANAC con cui veniva sancita l’inconferibilità dell’incarico di presidente del porto di Trieste allo stesso D’Agostino adottato nel 2016.
La sentenza ha accolto il primo motivo di ricorso, quello nel quale si affermava la non applicabilità del divieto di conferire incarichi quando l’Ente che nomina (nel caso specifico il ministero dei Trasporti) è diverso da quello (l’AdSP) che aveva nominato D’Agostino quale presidente senza poteri di società partecipata dall’Autorità (la concessionaria TTP). Il TAR ha escluso, smentendo l’ANAC, che la norma sull’inconferibilità possa essere applicata estensivamente, confermando così le tesi sostenute dagli avvocati dell’Autorità.
Il TAR ha altresì rilevato che, in ogni caso, non erano stati esercitati poteri gestori dal presidente D’Agostino in TTP, ciò rilevando anche ai fini di escludere l’altra lettura “estensiva” della norma sull’inconferibilità pretesa dall’ANAC e respinta senza esitazioni dal Giudice amministrativo.
La sentenza rende giustizia in pochi giorni della situazione creatasi a seguito della decisione dell’ANAC e riaffida a D’Agostino la pienezza della carica e dei poteri. Come ha scritto il TAR, «il provvedimento con cui è stato conferito l’incarico di Presidente dell’AdSP al dott. D’Agostino era senz’altro legittimo», con ciò respingendo anche possibili interpretazioni della norma volte ad allargare a qualsiasi ipotesi diversa dalla nomina le regole sulla cd. inconferibilità degli incarichi.
Anche questo aspetto, in prospettiva, costituisce elemento idoneo e eliminare incertezze e garantire continuità all’azione amministrativa. L’Autorità può da subito quindi ricostituire l’assetto organizzativo precedente alla decisione dell’ANAC, con Zeno D’Agostino quale presidente e Mario Sommariva segretario generale, il quale, così, cesserà dalla carica di commissario straordinario dell’Ente, cui era stato nominato dalla ministra Paola De Micheli poche ore dopo la decisione oggi annullata.
«Il Tar ha fornito un chiarimento atteso e opportuno – afferma la deputata Debora Serracchiani (Pd), commentando la sentenza – Con maggiore tranquillità e con più forti motivazioni, ora spetta agli organi legislativi creare le condizioni affinché simili situazioni non si verifichino ancora, né a Trieste né altrove. Il Pd segue con determinazione la strada dell’emendamento ammesso in commissione Bilancio».