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Il vademecum Webfleet per tutelare la privacy nell’uso dei dispositivi di localizzazione

Nel manuale si chiarisce come l’azienda che adotta tecnologie di geolocalizzazione sia titolare del trattamento dei dati e quindi responsabile del loro utilizzo corretto e trasparente. Secondo una recente ricerca il 34% dei professionisti delle flotte a livello mondiale hanno timori nella gestione della privacy in relazione all’uso delle moderne tecnologie di tracciamento

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Recentemente abbiamo riportato una decisione del Garante della Privacy che ha inflitto una sanzione di 50 mila euro a un’azienda di autotrasporto sarda perché monitorava in modo illecito una cinquantina di dipendenti tramite i sistemi di geolocalizzazione installati sui veicoli aziendali.

Sull’episodio si è espressa Webfleet, società di Bridgestone attiva ormai da 25 anni nella gestione telematica del parco mezzi. Oltre a offrire soluzioni costantemente aggiornate alla legge, la società ha ricordato di aver predisposto un vademecum sull’uso dei sistemi di geolocalizzazione in materia di privacy. Il documento si basa sui più recenti orientamenti normativi in materia di protezione dei dati personali e sulle disposizioni contenute sia nel GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) che nello Statuto dei Lavoratori. Ideato per contribuire alla formazione degli addetti ai lavori, l’obiettivo del vademecum è quello di costruire una mobilità connessa che possa contare su professionisti sempre più consapevoli e pronti ad affrontare le crescenti sfide di questo settore. Nel manuale, in particolare, Webfleet chiarisce che l’azienda che adotta tecnologie di geolocalizzazione si configura come titolare del trattamento dei dati ed è quindi responsabile del loro utilizzo corretto e trasparente.

Nell’ultima ricerca della società telematica sulla digitalizzazione del parco veicoli è emerso con chiarezza il dato che, per il 34% dei professionisti delle flotte a livello mondiale, uno dei maggiori timori è rappresentato dalla gestione della privacy in relazione all’utilizzo delle moderne tecnologie di tracciamento e localizzazione. Un timore che spesso si concretizza proprio a causa di unuso parziale o improprio della telematica dei veicoli da parte di chi sottovaluta l’importanza del rispetto costante delle normative vigenti, sia a livello locale che internazionale.

«La decisione di affidarsi a una grande azienda come Bridgestone e a piattaforme onnicomprensive come la nostra – spiega Webfleet – consente anche alle PMI di rispettare le normative sulla privacy senza dover sopportare costi di gestione che spesso si rivelano insostenibili. Spesso si è portati a sottovalutare le potenziali conseguenze, con la possibilità di pesanti ripercussioni da un punto di vista economico, fino ad arrivare – in alcune situazioni di manifesto dolo da parte delle aziende – anche a risvolti di natura penale per i fleet manager e i titolari delle società coinvolte!.

«Webfleet ha alle spalle una grande esperienza, un profondo know-how e infrastrutture tecnologiche adeguate per garantire una corretta gestione dei dati ‘end-to-end’, sempre in rispetto delle normative vigenti – spiega Maurizio Di Blasio, responsabile tecnico commerciale di Webfleet – I nostri sistemi sono certificati ISO 27001:2017, il che vuole dire che la sicurezza, l’uso e la conservazione dei dati rispettano questo standard internazionale di massimo livello, con una protezione assoluta».

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