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Il chip di CHEP per sconfiggere il mercato nero dei pallet

Un piccolo sensore inserito nella pedana è in grado di trasmettere e far individuare luogo e tempo di sosta. Così, negli ultimi quattro mesi del 2022 sono stati recuperati 10 mila pallet CHEP. Ma oltre ai dati, la società leader nel pallet pooling ha messo in campo un’attività di investigazione coordinata da Matteo Croce, un ex carabiniere che spiega come si svolge questa lotta contro il mercato nero dei pallet

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Sapete qual è il nemico numero 1 del mercato nero dei pallet? È un oggettino minuscolo, un piccolo sensore inserito all’interno della pedana e che di fatto la rende tracciabile, nel senso che segnala dove sono e quanto tempo vi rimangono. CHEP Italia lo inserisce da qualche tempo sui propri pallet e in effetti i risultati si vedono. Grazie ai dati trasmessi dai sensori e alla segnalazione di CHEP Italia, per esempio, i Carabinieri della stazione di Fidenza, hanno rinvenuto 200 bancali accatastati in un capannone abbandonato e denunciato per ricettazione un residente in provincia di Teramo.

Matteo CroceAsset Protection Manager di CHEP Italia

Ma è soltanto un esempio, perché negli ultimi quattro mesi del 2022, sono 10mila i pallet CHEP recuperati su tutto il territorio nazionale, grazie anche all’attività di investigazione interna coordinata da Matteo Croce, un ex Carabiniere divenuto responsabile per l’Italia della protezione degli asset aziendali di CHEP. È proprio lui a riferire nel dettaglio come funziona e quanto è migliorata questa attività di contrasto del mercato nero. «Nel solo periodo compreso tra settembre e dicembre 2022 – spiega – abbiamo riscontrato un miglioramento del 42% nella raccolta di beni aziendali sottratti dalla criminalità, rispetto all’anno precedente. Si tratta di un lavoro di collaborazione, investigazione e impegno, che CHEP porta avanti da diversi anni per contrastare un mercato che opera parallelamente al suo business circolare e sostenibile, basato sul noleggio e la restituzione dei suoi pallet a fine utilizzo». Anche se lo stesso Croce ricorda che il mercato nero dei pallet non provoca danni soltanto l’attività condotta da CHEP, ma costituisce «un sistema illecito che per sua natura rappresenta un danno allo Stato, all’economia e, nel caso dei pallet, anche all’ambiente».

Il sistema circolare utilizzato da CHEP Italia – denominato pooling system – prevede, che la società rimanga sempre proprietaria esclusiva dei pallet nonché dei contenitori noleggiati. Alcuni Tribunali, previo riconoscimento del titolo di proprietà di CHEP Italia, hanno emesso – nei confronti dei legali rappresentanti di quattro società coinvolte – sentenze di condanna per i reati di ricettazione e contraffazione (si vedano le sentenze: n. 246/15 del Tribunale di Pisa; n. 1614/16 del Tribunale di Ancona; n. 1245/15 del Tribunale di Napoli; n. 784/19 del Tribunale di Ancona).

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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